Negli Stati Uniti lo chiamano underdog, ed è quello che riesce ad emergere contro tutti i pronostici. Una cosa bella perché rara, difficile, sensazionale. Aleix Espargarò ce lo ha ricordato nella domenica di Silverstone e non lo ha fatto senza lottare, ma senza aiuti sì. Lui, l’Aprilia, e un compito da 9 dall’ultimo banco. In Inghilterra piove spesso e le gare evolvono di conseguenza stravolgendo le previsioni, però stavolta l’asfalto è rimasto asciutto. Da Noale sono arrivati sul podio con le loro forze, con la tenacia, dopo un ultimo giro in cui Aleix ha regolato la Ducati di Jack Miller in planata verso il terzo posto. Dopo aver detto, giusto un paio di giorni prima, di sentirsi fra i tre piloti più forti della categoria. Tutti a dargli (almeno) del pazzo finché terzo non ci è arrivato davvero.
Perché le corse sono anche questo: se non pensi di essere tra i migliori di sempre stai a casa. E se a Noale non avessero pensato di farcela avrebbero rinunciato, le motivazioni in fondo c’erano tutte. A cominciare da quando - con Andrea Iannone squalificato per 4 anni - i piloti della Moto2 (come Joe Roberts, ora 12° in classifica con 56 punti) hanno preferito rimanere in attesa di un’opzione migliore piuttosto che passare in classe regina sulla moto italiana.
Ora le cose sono cambiate. La moto è veloce, Maverick Vinales scalpita per salirci e dopo una prima metà di stagione passata a rincorrere è arrivato il primo podio. Il primo per Aprilia, ma anche il secondo per Aleix che lassù ci è salito soltanto nel 2014 ad Aragon con una moto Open. La sensazione è che questo sia, almeno in parte, un inizio.
Le parole dello spagnolo a fine gara spiegano perché: “Non ho mai visto un meccanico mio parlare male di me ad un’altra squadra - ha raccontato Aleix - avete cambiato quarantamila volte i motori, nel 2018 sono caduto 43 volte, volevo smettere di correre. Oggi non abbiamo fatto il podio perché qualcuno è caduto o pioveva, abbiamo fatto il podio perché lo abbiamo meritato. Sono orgogliosissimo di tutti voi: siete la miglior squadra di tutto il paddock”. Il video poi finisce nel migliore dei modi, ricordandoci che l’Aprilia veneta lo è davvero, quando qualcuno chiede: “ma da bere c’è o no?”.
Tranquilli: di questo passo la sete passerà anche a voi.