La modella e attrice britannica Cara Delevingne è stata ospite d'onore dell'E-Prix di Londra dove, oltre a premiare il connazionale vincitore di gara 1 Jake Dennis, ha avuto la possibilità di scendere in pista alla guida di una monoposto di Formula E Gen2, la seconda generazioni di vetture elettriche utilizzate per il campionato a partire dal 2018.
Monoposto sicuramente più sviluppate rispetto a quelle utilizzate nel corso delle prime quattro stagioni di Formula E ma, allo stesso tempo, macchine che secondo molti appassionati sono poco riconducibili al vero valore del motorsport: troppo semplici da utilizzare, secondo i puristi, adatte quindi anche a piloti non professionisti.
Guidare una Formula 1 per la prima volta può risultare complicato a livello tecnico e devastante a livello fisico anche per piloti che già conoscono il mondo delle monoposto e che sono quindi abituati a guidare le Formula. Un caso esemplare è quello del giovane Pietro Fittipaldi, chiamato a sostituire Romain Grosjean in Haas dopo l'incidente del francese in Bahrain: nonostante Fittipaldi venisse dal mondo delle Formula e fosse allenato per scendere in pista, al momento della chiamata del team Haas si trovava impegnato nel campionato Indy, condizione che lo ha portato ad accusare dolori al collo e alla schiena per tutto il fine settimana di gara, da cui è uscito dolorante e un po' affaticato.
Pensare quindi di mettere una modella come Cara Delevingne, con zero esperienza nel mondo del motorsport e un fisico non propriamente adatto a sopportare lo sforzo, su una monoposto di Formula 1 rasenta la follia. La giovane VIP però non ha avuto alcun problema nel mettersi alla guida di una gen2 di Formula E che, dopo un brevissimo corso di introduzione, è riuscita a portare in pista - tra le strade di Londra - con un discreto successo.
La domanda sorge quindi spontanea: ma se è così semplice guidare una monoposto di Formula E, siamo davvero sicuri di volere che questo sia il futuro del mondo del motorsport?