Un po’ Repsol e un po’ HRC. Risultato? Una livrea ibrida che divide. Ma i colori nelle corse contano solo in via marginale e questa Honda cambiata così radicalmente dopo oltre un quarto di secolo ha lanciato un chiaro messaggi: dopo Marc Marquez cambia tutto! Ecco perché in tanti, soprattutto sulla stampa spagnola, l’ha già chiamato “effetto Marquez”. In parte è così, ma in parte è anche questione di freddi numeri. Perché RedBull se ne è andata e perché Repsol ha limitato la portata dei rubinetti, con Honda che, anche se non avesse voluto, s’è ritrovata al punto di partenza che, in termini di colori, sono il rosso, il blu e il bianco che da sempre contraddistinguono la colorazione racing del colosso giapponese.
Il giallo, il rosso e il bianco di Repsol, che hanno accompagnato successi su successi con Doohan, Crivillè, Rossi, Hayden, Stoner e Marquez sono inevitabilmente finiti ai margini. Ai margini della carena e, verosimilmente, anche ai margini di un progetto che potrebbe non essere rinnovato in futuro. Perché HRC deve ritrovare la sua identità in MotoGP e perché il denaro, soprattutto di questi tempi, arriva solo dove arrivano anche le vittorie. Vincere, o almeno riportare la Honda nelle condizioni di vincere, è ciò che sono chiamati a fare Joan Mir e Luca Marini. Oggi, alla presentazione ufficiale della nuova squadra, sono sembrati sorridenti e felici. Ma entrambi, soprattutto dopo i test di Sepang, hanno precisato che la strada da fare è ancora tanta, anche se qualche miglioramento s’è visto.
Nel box della squadra che ha vinto di più nella storia recente delle corse in moto è, di fatto, tutto totalmente nuovo. E è stata nuova, in qualche modo, anche la presentazione, con un video proiettato prima che Alberto Puig e Tetsuhiro Kuwata salissero sul palco per presentare a loro volta i due piloti. Per una presentazione che ha celebrato anche i 30 anni della squadra.
“Trent'anni sono tanti – ha detto Kuwata - Continueremo a lavorare duro per far crescere i numeri della Honda. Quest'anno sarà una grande sfida per noi. Abbiamo raccolto informazioni preziose per migliorare la moto e tornare nelle prime posizioni. Sarà il secondo anno per Joan, vogliamo che continui a costruire come ha fatto, ha già dimostrato il suo talento, speriamo di dargli le armi per continuare a crescere. Luca ha già dimostrato la sua ambizione e si impegna tantissimo per progredire”. C’è consapevolezza di dover lavorare tanto, insomma, ma c’è anche una ostentata fiducia, come si capisce anche dalle parole di Alberto Puig: "Il test di Sepang è stato molto interessante, i piloti hanno visto una differenza rispetto a Valencia. Anche se abbiamo molte cose da migliorare, il passo che abbiamo fatto è significativo e ora cercheremo di sfruttare bene le concessioni e essere nelle posizioni di cui abbiamo bisogno per Repsol Honda. Abbiamo dovuto riprogettare un po' tutto. Avevamo delle cose da migliorare, come la potenza. Ma nelle competizioni bisogna sempre migliorare, ci sarà sempre qualcuno che farà meglio. Cerchiamo di arrivare al massimo. Abbiamo entusiasmo e giovani piloti che combatteranno senza risparmiarsi”