Il bus che lo portava a scuola, da bambino, percorreva le stesse strade che oggi lo vedono sfrecciare su una Ferrari inaspettatamente competitiva. Charles Leclerc è l'eroe di casa, in una Monaco residenza di molti piloti di cui però, solo lui, nel Principato ha le proprie radici.
Cresciuto tra le strade iconiche del mondo dei motori, con il suono di una Formula 1 che non c'è più, e nel ricordo di un sogno che oggi si avvicina alla realtà: guidare una Ferrari, la macchina dei suoi desideri di sempre.
E probabilmente il monegasco il suo primo Gran Premio di casa da pilota di Maranello se lo aspetta diverso, sicuramente più felice di quel 26 maggio 2019, giorno di rimonte ed errori, ma anche il giorno in cui i tifosi di tutto il mondo strinsero per la prima volta la mano al vero Charles Leclerc.
Il suo vero esordio, il suo battesimo in pista, è stato lì. Perché Monaco 2019 nella carriera del monegasco sarà sempre la sfida del tutto per tutto, della foga dei suoi vent'anni e di quel motto che lo segue in pista e fuori: provarci sempre, arrendersi mai.
L'errore di strategia nel box Ferrari nella Q1 del sabato per Leclerc doveva essere una condanna a morte: a Montecarlo non si supera. Come si parte, nell'ordine della griglia deciso il sabato, così (o poco diversamente) si arriva fino alla fine.
Era nero in volto quel giorno. La sua Ferrari, la scuderia dei suoi sogni che lo aveva accolto bambino e accompagnato fino alle porte della Formula 1 con la FDA, aveva rovinato il suo grande giorno a Monaco - a casa sua - per uno stupido errore di strategia.
Il giorno dopo, la domenica in gara, la storia andò diversamente. Memorabile, forse indimenticabile. Il monegasco che sorpassa dove no, non si dovrebbe sorpassare. In un misto di attesa e angoscia, nel corso di un Gp che per tutti, forse anche per lui, ha l'aspetto di un conto alla rovescia.
L'errore arriva, prima lo scontro con Hulkenberg e poi il ritiro a causa dei danni al fondo della monoposto. Ma non è una sconfitta, e forse neanche uno sbaglio. E' semplicemente Charles Leclerc, che tenta il tutto per tutto per rimediare ad errori non suoi, e facendolo si concede il lusso di sbagliare. Perché non rischiando il risultato è scontato, e inaccettabile.
Lo vedremo ripetere l'impresa, con lo stesso atteggiamento da kamikaze imbottito di talento, altre volte nel corso di questi due anni. Mai così però. Perché gli esordi non si scordano mai, e quello a Monaco 2019 fu il vero esordio del monegasco d'oro di Maranello.