Attimi di puro terrore per Alex Rins, che durante le FP4 di sabato mattina ha visto la sua Suzuki prendere letteralmente fuoco. Le temperature a Mandalika sono altissime, c’è tanta umidità nell’aria, anche se questo chiaramente non basta a far prendere fuoco una MotoGP. “Pensavo che la moto stesse per esplodere”, ha raccontato lo spagnolo, che tuttavia ha anche spiegato chiaramente come ragiona un pilota professionista: “Abbiamo un limite di motori (7 a stagione, ndr.) Ho cercato di mettere velocemente in folle, spegnere la moto e saltare giù. Quando ho preso l’altra moto mi ci è voluto un po’, ho guidato un po' piano nei primi due giri perché, che ti piaccia o no, ti passano per la testa cose che non dovrebbero succedere. Penso che abbia influenzato un po'.
In seguito i meccanici hanno analizzato la moto, scoprendo che a mandare in fiamme la moto è stato il famigerato “pezzo da due euro” che, nel caso specifico della moto di Alex Rins, era un tubo dell’olio:“Mi hanno già confermato dal team che è stato un problema nel tubo dove passa l'olio, dal motore al radiatore dell'olio o qualcosa del genere. Per fortuna il motore va bene, non ne ha risentito. Fortunatamente è stato solo uno spavento".
Alex Rins ha chiuso la sua qualifica in 8° posizione, risultando di gran lunga il miglior pilota Suzuki: il compagno di squadra Joan Mir, infatti, è soltanto 18°, mai davvero in gradi di uscire dalla rete della Q1.