Le scenette alla pizza, pasta e mandolino con italiani che urlano al mercato, cibo ovunque e passanti impressionati dal rombo di una Red Bull nel centro della città. Le musiche che vanno da uno stereotipo all'altro, arrivando fino al culmine con una cantante lirica che accompagna in slow motion la monoposto impegnata in un donuts nel centro di una piazza palermitana, con petali di fiori lanciati dal cielo e stacchi improvvisi su fichi tagliati in due e donne che ballano per strada con vestiti tipici.
Questa è la storia della Sicilia, la storia di Palermo, e un motivo di grande orgoglio e rispetto della tradizione per il nostro paese, certamente, ma è anche la rappresentazione più semplice dei luoghi comuni di chi guarda l'Italia con gli occhi di uno straniero. Come una vecchia pubblicità di Dolce & Gabbana, o una scena tratta da Mangia Prega Ama.
Ed è un vero peccato perché il video, l'ultimo cortometraggio realizzato da Red Bull e pubblicato questa settimana in occasione del GP di Monza, è un ottimo prodotto sia a livello di produzione che come scelta di marketing della scuderia, quest'anno in lotta per il titolo, che per questi contenuti non è seconda a nessuno.
Il budget speso quest'anno nella realizzazione di questi cortometraggi è altissimo ma la verità è che, seppur stupendi, questi video iniziano ad assomigliarsi tutti. Il concetto è sempre lo stesso: un pilota parte da un qualche luogo bellissimo ma insolito alla guida di una monoposto che non dovrebbe trovarsi lì, le persone si stupiscono, il pilota sfreccia e arriva in un secondo luogo, sorprendendo la folla e completando qualche prodezza alla guida. Tutto molto bello e avvincente, ma per quanto può andare avanti questa trama?
Se ci mettiamo poi la presenza di un - evidentemente - finto Max Verstappen, il pacchetto è ancora più costruito. Max si trovava al Paul Ricard per il weekend di gara quando il corto è stato realizzato, lo scorso giugno, e alla guida della sua Red Bull (con il suo casco e la sua tuta) c'era il collaudatore di casa Patrick Friesacher.
A completare il pacchetto dell'italianità a 360 gradi torna in queste ore di attualità la polemica, scoppiata lo scorso giugno dopo le riprese, dei soli 182 euro versati per l'utilizzo del suolo pubblico, nonostante le riprese del video abbiano paralizzato l'intera città per tutta la giornata. A pensarci bene avrebbero potuto inserire la polemica anche all'interno del corto: se non è un grande classico italiano questo...