Mancano tre gare alla fine della stagione di MotoGP è il destino della vittoria del Mondiale sembra essere già scritto. Fabio Quartararo, salvo sorprese dell’ultimo giro, sarà il nuovo campione del mondo. Un successo strameritato secondo tutti gli addetti ai lavori, anche Loris Reggiani che intervistato da Leggo, ha parlato così del Diablo: “Si merita il titolo perché è stato l’unico pilota che fa andare questa moto, che non è all’altezza della Ducati. Poi è competitivo su tutti i circuiti – ha detto - È singolare però che ora la Yamaha non sia più così facile da guidare così come lo era fino a qualche anno fa. Ora sembra la Ducati la moto più facile, ma sono cicli. Fa bene a lanciare l’allarme, ma credo che lo sappiano anche i tecnici giapponesi cosa devono fare per migliorare le componenti. Il difficile è riuscire a farlo».
L’ex pilota italiano, che oggi compie 62 anni, ha poi analizzato chi, prima di Austin, era stato l’autentico bastone tra le ruote del francese. Pecco Bagnaia si era infatti tolto lo sfizio di vincere la prima e la seconda gara della sua carriera consecutivamente rosicchiando il distacco tra lui e il primo posto. Quest’anno il Mondiale non lo vincerà, ma a partire dal 2022 sarà tra i favoriti per la vittoria finale: “È un ragazzo che si è formato con calma per rimanere ad alti livelli. In Moto3 all’inizio non sembrava essere un fenomeno, tanto che il Team Sky lo mandò a crescere altrove. Poi, piano piano ha preso più confidenza nei propri mezzi. In Moto2 ha stravinto il Mondiale nel 2018 e in MotoGP si sta mantenendo molto competitivo – ha detto Loris Reggiani - Io sono convinto che il prossimo anno sarà quello da battere, così come Morbidelli. Sono le nostre speranze iridate”.
Questa stagione sarà anche l’ultima di Valentino Rossi. Ma nonostante il futuro è abbastanza limpido grazie anche al talento delle nuove leve, una cosa è certa, guai a chi parla di un Rossi-bis: “L’unico che poteva assomigliargli era Marquez, ma quanto accaduto con il Mondiale 2015 ha inciso. Lì si è giocato molto in termini di tifo – ha aggiunto Reggiani - Il carisma di Rossi è difficile da trovare, un po’ come Pantani nel ciclismo o Tomba nello sci. Sono personaggi che vanno talmente oltre il loro mestiere che neanche si capisce come siano nati e cosa serva per diventare come loro”.
È proprio sullo spagnolo, tornato a vincere ad Austin dopo il gran premio di Germania, che aleggiano parecchi dubbi sulla sua condizione fisica. Tornerà quello di prima? “I tempi che ci sta mettendo per recuperare fanno capire che la cosa non sarà semplice, Marquez però non necessita di essere al top per arrivare primo, lo ha già dimostrato quest’anno. Sarà tra i contender per il titolo, se la condizione fisica sarà al 90% lo vincerà lui”. Loris Reggiani ha poi parlato di un altro, ritorno alle corse. Quello di Andrea Dovizioso, in Petronas: “Ha fatto la cosa giusta, è quello che si augurava. E quando è così è già la scelta giusta. È stato fortunato perché la vicenda Vinales ha inciso molto su questa opportunità che poi si è creata».
Il gran premio di Austin ha ulteriormente accentuato la pericolosità delle gare in Moto3. L’incidente tra Acosta, Alcoba e Migno poteva avere conseguenze tragiche e il taglio della traiettoria sul rettilineo commesso da Oncu è stato sanzionato con due gare di stop. Per Loris Reggiani la colpa non è però da attribuire ai giovani piloti, ma a chi glielo permette: “Incidenti simili a quello di Austin succedono da sempre, guardando indietro uno di Simoncelli in 250 al Mugello. Il pilota che fa quella manovra lì non sa se quello che lo insegue ha già la ruota anteriore davanti o affiancata alla sua posteriore, quindi non capisco perché abbiano sanzionato Oncu per una manovra consentita – sottolinea - Mi sta bene una sanzione pesante ma soltanto se la dai a tutti nel momento in cui la fanno, a prescindere dalle conseguenze. Nella Moto3 la si vede sempre in tutte le gare, poi gli esiti non sono sempre come il gran premio americano. Certo è che una caduta in rettilineo è una delle pochissime in cui chi cade non ha la possibilità di uscire dalla pista e chi segue o ti evita o ti prende, non ci sono scorciatoie”.