Alain Prost non ha mai avuto problemi a dire ciò che pensa, soprattutto quando si tratta di quella Formula 1 che ha contribuito a rendere leggendaria. Stavolta il suo bersaglio è Netflix, accusata di voler trasformare Ayrton Senna, il suo più grande rivale e amico, in un prodotto commerciale. Le parole di Prost, rilasciate a Sky Sport Italia durante il GP di Abu Dhabi 2024, sono dure e inequivocabili: “Mi dà molto fastidio che si senta la necessità di cambiare la storia, quando qualcuno non è più in vita. Quella di Ayrton Senna è una grande storia e non c’è alcuna necessità di raccontare cose non vere. Nemmeno ad Ayrton sarebbe piaciuto tutto ciò: questa serie è una finzione”.
Per lui, trasformare un mito come Senna in un personaggio di fiction non è solo un’operazione di pessimo gusto, ma anche una mancanza di rispetto verso una storia che non ha bisogno di essere romanzata. “Sembra che non esista più sensibilità, perché si cerca di commercializzare ogni cosa. Non mi piace per niente che questo si faccia con il nome Senna,” ha aggiunto il Professore.
Le critiche di Prost vanno lette anche alla luce del suo rapporto con Senna. La loro rivalità è stata epica, fatta di scontri in pista e tensioni fuori, ma anche di un rispetto reciproco che, col tempo, si è trasformato in amicizia. Prost è uno dei pochi che può dire di aver conosciuto davvero Ayrton, di aver visto l’uomo dietro al casco. Va detto anche che, in generale, il pubblico ha accolto con grande positività la serie, sia per il livello di accuratezza nelle ricostruzioni che per le interpretazioni degli attori, a partire da Gabriel Leone che interpreta il protagonista e continuando col resto. Che sarebbero arrivate delle critiche era a dir poco certo, specialmente da parte di chi - come Alain Prost - non ha mai sofferto la spettacolarizzazione di uno sport che uccide.
Il problema, secondo Prost, non è solo la serie, ma l’approccio generale dell’industria dell’intrattenimento, sempre più pronta a sacrificare l’autenticità per creare contenuti vendibili, esattamente come è stato già fatto con Drive To Survive, vera molla di rilancio per questa Formula 1. Resta da riflettere sul fatto che, come dice Prost, forse Ayrton stesso avrebbe detestato tutto questo, specialmente considerando che la sua riservatezza e il suo rispetto per la verità sono sempre stati parte integrante del suo carattere, ma al contempo è fondamentale ricordarsi che se la F1 può esistere è anche (anzi soprattutto) grazie ai miti che tramanda. E quella di Ayrton è la storia di una leggenda, che in quanto tale è più grande sia del tempo che della verità.