Aleix Espargarò è, assieme ad Andrea Dovizioso, uno dei veterani della MotoGP. I due erano ad un battito di ciglia dal trovarsi a dividere il box quando, contro ogni aspettativa, Maverick Vinales ha lasciato la Yamaha per dirigersi a Noale, lasciando aperta una porta a Dovizioso nel team satellite della casa nipponica. Per Aleix però, lavorare con Andrea sarebbe stato speciale, più di quanto lo sia mai stato farlo con Iannone. Il motivo lo ha raccontato in una lunga intervista ai colleghi di Speedweek: “L’ho sempre detto che lo considero un idolo. Ho molto rispetto per lui”, ha affermato il più grande dei due fratelli Espargarò. “Anche se non ha vinto tanto quanto Marquez o Rossi, ammiro il suo modo di lavorare e leggere le corse. Riesce costantemente a spremere al massimo il materiale di cui dispone e commette pochi errori. Mi sarebbe piaciuto averlo come compagno di squadra, ma ha firmato per un altro team”.
Da “romantico amante delle moto a due tempi” quale si definisce però, Aleix Espargarò ha un sogno nel cassetto: prendere parte alle 8 Ore di Suzuka. Ammaliato dai racconti di Pol che la celebre corsa endurance l’ha portata a casa ben due volte, ha rivelato di avere un forte desiderio di provarla. “Mio fratello ha vinto un titolo in Moto2, ma mi parla di quell’esperienza come una delle migliori della sua carriera. L’atmosfera è incredibile”, ha affermato lo spagnolo.
Che la casa di Noale ci stia facendo un pensiero? Il pilota di Granollers ci spera e svela un aneddoto inedito che riguarda proprio il classico appuntamento giapponese. “Quando correvo per la Suzuki con Maverick Vinales, nel loro primo anno di ritorno in MotoGP spingemmo molto su questo punto. Iniziammo a preparare una GSX-RR 1000, poi però ci furono dei problemi nello sviluppo e dovemmo abbandonare l’idea della partecipazione”.
E se i chilometri e la distanza non fanno paura al 32enne, ben diverso è il discorso relativo al Tourist Trophy, competizione da molti ritenuta estrema ed eccessiva. “Non mi piacciono molto le corse su strada. Ho grande rispetto per chi le fa, ma le considero troppo pericolose. So che l’Isola di Man è un posto meraviglioso, tuttavia sentire che la gente cade e muore non è bello. Il mio amico Cal Crutchlow me la descrive in termini entusiastici. Per quanto mi riguarda vederli gareggiare lì è fonte di preoccupazione”, ha chiosato escludendo categoricamente un futuro in piega tra marciapiedi e tombini.
Passando invece ai suoi gemelli Max e Mia, da buon papà Aleix non ha fatto distinzioni, o meglio, ha sottolineato come essendo di carattere opposto si compensino alla perfezione.
“Sono come il giorno e la notte e siamo molto felici di averli entrambi”, ha considerato tirando infine in ballo zio Pol. “All’inizio quando li prendeva in braccio era rigido, ora è cambiato. Non avrei problemi ad affidarli a lui”, ha concluso.