Di loro si è parlato pochissimo. Non hanno avuto particolari problemi, non hanno avuto piloti alle prese con episodi da titoloni e, almeno per il momento, sono rimasti anche fuori dai tanti discorsi di (fanta)mercato che sono stati fatti fin qui. Quello di Aprilia è sembrato un inverno quasi in silenzio e in effetti così è stato, perché a Noale a parlare sono stati i fatti e il lavoro. Sembra, infatti, che la nuova moto sia all’altezza delle aspettative, anche se in verità non è cambiato moltissimo dalla 2021. Non è una contraddizione: semplicemente non c’erano rivoluzioni da fare, ma solo evoluzioni. Limature qua e là che, però, hanno restituito una RS-GP più veloce, più agile in curva e anche più affidabile, oltre che capace di mettere a terra una potenza maggiore rispetto al passato. A spiegare quella che ci piace definire una “ri-evoluzione” è stato Romano Albesiano, che dei prototipi di Noale è il padre e l’anima, in una lunga intervista a Matt Oxley poi pubblicata anche sul sito ufficiale della MotoGP.
"Sicuramente in passato abbiamo fatto un certo numero di rivoluzioni – ha detto Albesiano a Oxley - per noi era una necessità, ma non credo che sia la strada giusta per ottenere risultati. Ora abbiamo una buona base e dobbiamo massimizzarla, che è esattamente l'opposto di una rivoluzione. Non serve necessariamente qualcosa che ci faccia progredire in termini di tempi sul giro, da un punto di vista tecnico, ma più sulla gestione della gara e sulle tattiche che possiamo mettere in atto, perché i sorpassi saranno poi più facili, mentre al contrario potremo proteggerci più facilmente dagli attacchi degli avversari. Sarebbe quindi un grande aiuto per raggiungere i risultati che cerchiamo in gara”.
Tanta tecnologia, quindi, ma se di Aprilia si è parlato poco in questi mesi è anche perché non c’è stato nulla che potesse interessare particolarmente chi fa informazione oggi. Non perché sono stati tutti con le mani in mano in balia degli eventi, ma perché oggi ad interessare sono soprattutto polemiche e colpi di scena. Mentre in casa Aprilia è filato tutto liscio e il clima sembra più disteso che mai. C’è un collaudatore, Lorenzo Savadori, che ha una storia pazzesca, che è diventato un pilota della MotoGP dal nulla, che ha saputo farsi voler bene da tutti e che, quest’anno, avrà sicuramente l’occasione di essere in pista per un bel numero di wildcard. C’è un Maverick Vinales che chi lo conosce bene definisce “mai così sereno e determinato”, pronto a dimostrare che si sbagliavano a tutti quelli che nutrono dubbi sulla sua capacità di stare tra i grandi. E poi c’è un Aleix Espargarò che lo scorso anno ha messo nel sacco risultati importanti, regalando all’Aprilia l’ottava posizione in classifica generale e pure un podio e che si è guadagnato sul campo l’appellativo di “capitano”, arrivando anche a mettersi in testa "la storia racing di Aprilia" con il nuovissimo casco presentato in questi giorni. Come un vero capitano. E’ così che lo chiamano nel box e a Noale ed è così che l’hanno chiamato anche l’altro giorno, quando sia Espargarò sia Vinales hanno preso parte alla riunione tecnica per discutere gli ultimi aspetti relativi alla moto 2022.
“Non ho consigli da dare a Maverick Vinales perché è un gran pilota, ha vinto più di me in MotoGP e non c’è nulla che debba insegnargli – aveva detto recentemente Aleix Espargarò in una intervista – Quello che sento di dirgli, invece, è di sposare con il cuore il progetto Aprilia, di sentirsi parte di una famiglia vera”. Un aspetto, quello delle emozioni e dei sentimenti, che a Noale conta e conta parecchio, con la famiglia Aprilia che, come tutte le famiglie, ogni tanto si concede pure qualche scherzo. Ne sa qualcosa lo stesso Aleix Espargarò che proprio in occasione della trasferta a Noale si è visto consegnare un regalo speciale: una sorta di quadro realizzato con i pezzi delle carene che ha sfasciato ad Austin. Se è vero, infatti, che nell’ultima stagione Espargarò è caduto meno di sempre, è altrettanto vero che nel fine settimana di Austin ha grattato l’asfalto per ben cinque volte, costringendo i suoi meccanici agli straordinari. “per il nostro capitano” – la dedica sulla composizione artistica, con Espargarò che, chiaramente, è stato al gioco ed ha anche pubblicato una foto della scherzosa consegna sui suoi profili social.