Questi sono i giorni dell’Aprilia. Anzi, dell’aprilia racing - tutto minuscolo - che a Silverstone è salita per la prima volta sul podio dell’era MotoGP. Contro i pronostici come ogni prima volta, ma non senza meriti. La gara asciutta, i protagonisti in lotta, la moto veloce. Non c’era (come hanno puntualizzato Aleix Espargarò e Massimo Rivola dopo la corsa) condizioni particolari. C’era fame, un obiettivo chiaro, la tecnica per arrivarci. Aragon, in programma il prossimo 12 settembre, sarà determinante perché è la pista di Espargarò (unico circuito in cui è già salito sul podio) e perché nel box ci sarà Maverick Vinales dopo due giorni di test a Misano. Romano Albesiano, in un’intervista rilasciata al Corriere dello Sport, racconta i retroscena del podio, la sua visione sul futuro e quella sui piloti. Ecco i passaggi più interessanti
“Mi sono nascosto, ma non vi dico in che condizioni era il box: vino dappertutto”. Esordisce Albesiano, che racconta di aver risposto ai messaggi soltanto una volta tornato: “Ho fatto un weekend senza telefono (dimenticato, ndr.) e quando sono rientrato e ho aperto WhatsApp ho trovato di tutto. Messaggi, chiamate. Anche quelle del presidente. Ma ho rimediato, rispondere è un piacere. Il podio è la conferma che la strada che hai preso è quella buona, e stimola ancora di più”.
Inevitabile, poi, qualche battuta su Maverick Vinales, che l’Aprilia non ha esitato a mettere sotto contratto dopo l’addio dello spagnolo a Yamaha: “Maverick ha provato la moto così com’è, capiremo che cosa gli serve, se gli servono adattamenti e quali. La moto va forte, non la stravolgeremo per lui. Sarà lui ad adattarsi, almeno in prima battuta. Comunque è un’opportunità enorme. Da tempo avevamo solo Aleix, fantastico nel mantenere la motivazione, la grinta. Parentesi die Iannone a parte, che ha avuto un lungo apprendistato e quando era pronto non ha potuto continuare. Chissà cosa sarebbe successo. Ma adesso abbiamo un’opportunità con due piloti, due punte di massimo livello. La speranza è che Maverick trovi serenità, divertimento. Si, che si diverta: alla fine sono ragazzi che vanno in moto anche se hanno tanta pressione addosso”.
Adattare una realtà piccola come quella di Aprilia ad un mondo complesso come quello della MotoGP non è stato semplice, soprattutto all’esordio: “Fare da manager e ingegnere è stato dispersivo. Mi sono anche divertito, e mi sono fatto una cultura sulla contrattualistica. Però il mondo dei contratti non è il mio, io sono un ingegnere, - spiega Albesiano. - È bello fare mille cose, ma è più bello farne poche al meglio. Io sono più simile ad un allenatore che prova a dare la direzione giusta. E in questi ultimi due anni mi sono concentrato al 100% sul mio lavoro”. Su Massimo Rivola invece, Albesiano spiega che: “Abbiamo un ottimo rapporto. Si occupa di ciò che non è tecnico, e mi ha lasciato libero. Ha creato un clima positivo e ha dato un segnale, la proprietà credeva molto in quello che stavamo facendo e abbiamo avuto più possibilità, anche economiche”.
Il ritorno di Aprilia in MotoGP - e parte dei suoi successi più recenti - sono risultati a cui ha contribuito anche Fausto Gresini, che dal box viene sempre ricordato: “Ho iniziato questa avventura in MotoGP con lui, e in tutte le gare, tutte, ho un pensiero per Fausto, - confessa Albesiano. - E per mia mamma, che non c’è più e che guardava le corse in un certo modo. Per lei e per Fausto. C’è il suo nome sul team, ci teneva alla squadra, abbiamo fatto un pezzo di strada assieme. La nostra è una bella squadra, con quel po’ di italiano nella capacità di non drammatizzare troppo le cose. Ci si vive bene”.
Poi analizza i piloti, a cominciare da Aleix Espargarò: “È il nostro eroe. È un pilota forte, veloce, che a volte è stato un po’ vittima della sua irruenza, del suo temperamento. Quest’anno ha fatto un’evoluzione. Anche su sé stesso. Forse stimolato dal fatto che la moto gli è piaciuta. È meno stressato, sta diventando completo e pronto a fare risultati importanti. Ed è stato un percorso che ha fatto insieme a noi. Era velocissimo, ma cadeva tantissimo. È cresciuto ed ha una forza interiore straordinaria. A volte gli spaccherei la testa, è un testone… Ma lo abbiamo sempre amato! Quello che mi piace di lui è la forza, la sua capacità di trascinare”.
Discorso differente, invece, per Andrea Dovizioso, con cui Aprilia ha svolto alcuni test a Jerez e al Mugello in vista di un contratto che (probabilmente con buona pace di entrambe le parti) non è mai arrivato: “Dovizioso ci ha dato alcuni indicazioni molto utili su alcuni tempi, su altri ha sviluppato una sua strada su obiettivi che non sono stati compatibili con quelli di Aleix. È stato un piacere parlare con lui, il suo approccio è calmo, intelligente, analitico”.
Gli occhi del paddock, ad ogni modo, sono puntati sul francese: “Quartararo si è dimostrato un campione, complimenti a chi ha creduto in lui dall’inizio, non era facile beccare questo jolly. Mi aspettavo un Marquez più veloce nel recupero, potrebbe essere l’era di Quartararo. Ma ci sono tante squadre foti e bisogna vedere come starà Marc. Gli Italiani? Bagnaia sta facendo un ottimo lavoro, poi ci sono i giovani che verranno su. Io ho troppo rispetto per i piloti, tutti, la nazionalità passa in secondo piano. La mia stima per questi ragazzi è totale”.
Non può mancare, infine, una battuta su Valentino Rossi, che a Valencia correrà la sua ultima gara di MotoGP: “Valentino ci ha accompagnato per una bella parte della nostra vita. E questo ci rende tutti un po’ più vecchi. Vale ha cambiato questo sport, l’ha trasformato in termini di risultati e di comunicazione. Uno così lo rivedremo tra mille anni, forse. Però nel frattempo la Dorna è riuscita a farne un evento straordinario. Può Esserlo anche senza di lui”. Ha concluso Albesiano.