L'accordo alla fine è arrivato. Red Bull Powertrains Limited è ufficialmente un nuovo costruttore in Formula 1 e dal 2026, con gli attesissimi nuovi regolamenti, fornirà regolarmente motori per la stagione della massima serie motorsportiva. Da qui, per Ferrari in particolare, l'ingiustizia: come ogni nuovo costruttore anche Red Bull usufruirà dei vantaggi riservati ai nuovi entrati in Formula 1, come Audi che sempre dal 2026 si inserirà nella lotta mondiale.
Ovviamente però la lunga presenza del team austriaco all'interno del panorama della Formula 1 e la collaborazione con Honda, che non ha mai nascosto di aiutare e fornire informazioni a Red Bull per il passaggio a costruttore indipendente, pone la squadra in una posizione di gran lunga più privilegiata rispetto a quella delle "reali" debuttanti in Formula 1.
La casa di Maranello negli scorsi mesi si era quindi mostrata contraria all'investimento di 25 milioni di dollari in più in tre anni e al maggior numero di ore al banco prova per lo sviluppo permesse dalla FIA a Red Bull nel 2026, bloccando la firma del pre-accordo che avrebbe dovuto completare entro lo scorso novembre. Ferrari aveva scelto di non esercitare il veto di cui avrebbe diritto davanti alla FIA in queste situazioni ma avrebbe comunque chiesto chiarimenti e rassicurazioni da parte della Federazione prima di sottoscrivere il pre-accordo in vista dell'anno di grande cambiamento.
Alla fine la soluzione è stata trovata anche se, dai media, arrivano versioni diverse di come questo accordo sia stato raggiunto: secondo il Corriere dello Sport Ferrari sarebbe stata isolata dagli altri team e quindi costretta a firmare con la FIA, perdendo ancora potere politico e accettando suo malgrado la situazione di Red Bull mentre secondo Motorsport.com le cose sarebbero andate diversamente. "La Scuderia ha definito un pre-accordo che precede la firma del regolamento 2026 - scrive Franco Nugnes - con i vertici di Maranello che hanno chiuso questo dossier con il sorriso sulle labbra. Stando alle indiscrezioni, la Scuderia sarebbe riuscita a mettere dei paletti su alcuni punti della discussione che facevano parte del suo dissenso".