Tra Yamaha e Maverick Vinales adesso è finita anche ufficialmente. Il pilota e la sua squadra arriveranno a fine stagione, ma poi si separeranno consensualmente, come formalizzato questa mattina dalla stessa casa di Iwata in un comunicato stampa dai toni più calcistici che motociclistici. “È con tristezza – ha scritto Lin Jarvis - che saluteremo Maverick alla fine dell'anno. Siamo nel mezzo della nostra quinta stagione insieme e nel corso degli anni abbiamo raggiunto molti alti, ma abbiamo anche dovuto gestire molti bassi. Dopo il GP di Germania, che è stato il fine settimana più difficile della nostra partnership, abbiamo avuto importanti discussioni ad Assen e siamo giunti alla conclusione che sarebbe nell'interesse di entrambe le parti separarsi in futuro. La Yamaha farà del suo meglio, come abbiamo sempre fatto, per dare a Maverick il suo pieno supporto e finire questa stagione nel miglior modo possibile". Insomma, un “grazie e arrivederci” che sia il pilota sia il team meditavano probabilmente da tempo e che si è consumato anche dopo le parole volate in seguito al GP di Germania. Con Maverick Vinales che, adesso, sarebbe vicinissimo ad Aprilia. Da Noale non arrivano conferme ufficiali, ma i ben informati parlano di una trattativa già in stato più che avanzato e la stampa spagnola, addirittura, di firma già messa sul contratto, con notevole riduzione di ingaggio per il pilota e altrettanto notevole sforzo di Aprilia per garantirgli, comunque, un compenso da primo della classe.
Stando a quanto si dice, Massimo Rivola e i suoi avrebbero, di fatto, stornato il budget messo a disposizione come extra dal Gruppo Piaggio per l’eventualità che Andrea Dovizioso avesse deciso di salire in sella alla RS-GP nel 2022. Una decisione che, però, non è arrivata, come ha lasciato intendere anche il manager del pilota forlivese, Simone Battistella, in una recente intervista: “Aprilia deve sentirsi libera di muoversi anche su altri fronti”. Un modo elegante e garbato, probabilmente, per non dire esplicitamente che Dovizioso non crede abbastanza nel progetto Aprilia, o almeno non fino al punto di rimettersi il casco dopo un anno di riposo e di divertimento nel motocross. Potrebbe farlo, invece, per un progetto che considererebbe più solido ed è proprio in questa chiave che è nata la suggestione sulla possibilità di vederlo in sella ad una Yamaha nel 2022. E, addirittura, a quella ufficiale. E’ noto, infatti, che Franco Morbidelli ha un contratto di ancora un anno con Petronas e, nonostante il forte legame del team malese con Yamaha, non è credibile che Razlan Razali possa lasciarlo andare a cuor leggero e senza chiedere un lauta ricompensa, soprattutto adesso che potrà mettergli a disposizione una M1 ufficiale. E’ noto anche che Yamaha ha cercato di sondare il terreno per Raul Fernandez, ma pare che il giovane prodigio della Moto2 sia più intenzionato a restare fedele a KTM anche a costo di rimanere una stagione in più nella classe di mezzo. Altri talenti puri su cui Yamaha potrebbe mettere facilmente le mani, al momento, non se ne vedono e pure la suggestione di un contatto avviato con il campione del mondo Joan Mir (che sarebbe clamorosamente pronto a lasciare Suzuki) non sembra abbastanza credibile in questa fase.
Ecco, quindi, che l’idea Dovizioso, ipotizzata da una parte della stampa specializzata, potrebbe effettivamente non essere fantascientifica. Uno perché l’esperienza del forlivese e la sua capacità di analisi oltre che la sua sensibilità di guida potrebbero tornare utilissime ad una moto, la M1, che deve rimettersi al pari di Ducati e due perché Dovizioso potrebbe custodire un qualche “segreto Ducati” da portare in dote nel nuovo box. Il tutto aspettando che il contratto di Franco Morbidelli con Petronas giunga e regolare scadenza o che, alla fine del 2022, possa risultare più chiaro il nome di un nuovo talento su cui scommettere tutto (il sogno potrebbe essere Pedro Acosta). Bisogna poi dire che se è vero che il forlivese s’è mostrato assalito dai dubbi rispetto al progetto Aprilia, probabilmente andrebbe di corsa, e pure scalzo, in casa Yamaha, in sella ad una moto più dolce di quella con cui ha dovuto esprimersi nei suoi ultimi anni in MotoGP e che, comunque, ha punti di forza che si sposano proprio con le sue caratteristiche di guida. Ma RedBull cosa ne penserebbe di vedere un suo pilota storico finire in sella ad un team che porta il nome dell’azienda che è sua diretta concorrente?