Da anni ormai FIA e Liberty Media si interrogano su quale possa essere il problema della Formula 1 moderna. Troppo poco spettacolo? Gare troppo lunghe per il tipo di intrattenimento contemporaneo? Poca competizione in pista?
Cercando una soluzione quest'anno il nuovo CEO del circus, Stefano Domenicali, ha introdotto tre Sprint Race - o qualifiche sprint - che sostituiscono le tradizionali qualifiche del sabato con una mini gara dalla durata di mezz'ora. La sessione di qualifiche è così spostata al venerdì, dove il pole man ottiene il miglior piazzamento per la gara del sabato, che di fatto assegna la pole position e l'ordine di partenza della gara.
Per qualcuno questo esperimento, che nel 2022 rivedremo in 7/8 appuntamenti in calendario, è un crimine contro la storia della Formula 1, mentre per altri il cambiamento - e la volontà di assecondare le richieste del pubblico - sono un tentativo da lodare da parte degli organizzatori e del circus.
Che gli appassionati la pensino in un modo o nell'altro però, un grande dubbio rimane: siamo davvero sicuri che il problema della F1 sia la mancanza di spettacolo?
Questa stagione, con la lotta mondiale serrata tra Lewis Hamilton e Max Verstappen, sta dimostrando che il problema non sono i format da svecchiare, e spesso neanche le piste considerate più noiose nel calendario, ma la mancanza di competizione in stagioni dominate da una sola scuderia, come successo negli ultimi anni con lo stra potere Mercedes.
C'è una cosa però che, a livello organizzativo, andrebbe sistemata una volta per tutte: la gestione degli orari di gara. Nel corso delle ultime stagioni siamo passati ad avere la maggior parte delle gare alle 14 a vederle tutte spostate alle 15, con qualifiche che in qualche occasione hanno lo stesso orario della gara mentre in altre sono anticipate di un'ora. E non dimentichiamo l'incredibile parentesi dei GP con il via alle 15:10, con 10 minuti di agio per permettere al pubblico di sintonizzarsi senza perdere la partenza: una trovata abbandonata quasi subito.
Quando poi, come nel caso di questo weekend ad Austin, gli orari di tutto il weekend vengono completamente ribaltati per ovvi motivi legati al fuso orario, trovare un compromesso tra spettacolo, esigenze e audience televisivo non sarebbe affatto male.
E invece no. Nell'anno del "facciamo avvicinare più pubblico alla giornata di gara del sabato" la Formula 1 ha deciso di far disputare le qualifiche alle 23 ora italiana di sabato sera in diretta per gli abbonati Sky Sport, mentre la programmazione slitterà all'1 di notte del giorno seguente per chi la potrà guardare solo in differita su TV8.
Un orario insensato se si pensa al fatto che la gara, dalla durata di due ore, verrà disputata alle ore 21 del giorno seguente, e quindi il fuso orario di Austin permetterebbe anche di disputare le qualifiche alle ore 21, un orario sicuramente più accattivante per l'audience televisivo europeo.
Prima quindi di farsi troppe domande su quale sia il problema del pubblico, la Formula 1 dovrebbe risolvere alcuni grattacapi tecnici che non permettono l'affiliazione degli appassionati, spesso disorientati o annoiati dai continui cambiamenti di calendario e orari.