Axel ha 22 anni e corre da rookie nella Superbike con la Ducati Panigale V4 del Team Motocorsa. Un team privato con meno liquidità e meno esperienza, ma i risultati cominciano ad arrivare: Ai test pre stagione di Misano era andato forte e lo ha fatto anche nel weekend di gara, dove ha chiuso il weekend con un 7-6-7. Ora, al 12° posto della classifica generale, tiene dietro piloti del calibro di Leon Haslam, Tito Rabat, Eugene Laverty. Va forte insomma, e la sensazione è che possa fare ancora dei bei passi in avanti. Lo abbiamo intervistato per farci raccontare un po’ della sua storia.
Ciao Axel! Ti stai preparando per Assen?
“Eh si, stamattina mi sono allenato, più tardi invece parto per Misano perché sarò due giorni in pista con Ducati per il DRE. È la prima volta che vado, andrò a capire un po’ come funziona… Mi fa molto piacere”.
A Donington hai fatto un salvataggio ‘alla Marquez’, una cosa pazzesca.
“Si, ma non mi credevano un granché, perché all’inizio non c’erano le foto. Poi per fortuna qualcuno mi ha mandato tutta la sequenza! Ho grattato gomito, sedere, pedalina, carter motore…”
Come si recupera una moto così sdraiata?
“Mi era già successo nei test, capita di incastrarsi sotto e allora si prova a spingere forte col gomito esterno. Invece qui era l’ultima curva, c’erano due cambi d’asfalto… E con un po’ di contropendenza. Non la solita chiusa quindi, perché quando era giù lo sterzo era quasi dritto, era per terra… Mi è venuta così, io sono rimasto appoggiato sotto e mi sono detto ‘o si rialza o cado’, per fortuna è andata bene”.
Adesso hai 47 punti nella classifica mondiale, come il numero che hai sul cupolino: considerando che corri con un team privato in una categoria così competitiva sei la sorpresa dell'anno.
“Si, anche se secondo me a Donington si poteva fare un po’ meglio. Invece tra pioggia, sole e altri sconvolgimenti era difficile interpretare la pista. In Gara 2 sono partito bene, però ho fatto male le prime curve e ho perso posizioni, poi ho perso del tempo dietro Laverty altrimenti sarei potuto stare con Chaz e Rinaldi, che avevano il mio stesso passo. Ci sarebbe andata bene, però sono contento lo stesso”.
Che obiettivo hai ora?
“All’inizio l’idea era quella di stare nei primi 15, ora vorremmo stare sempre in top 10, stiamo lavorando bene in ogni weekend e spero di stare sempre tra i primi dieci. Se poi viene fuori qualcosa di meglio bene, altrimenti va più che bene anche così”.
Che impressione ti fa la Superbike?
“Sapevo che tutti sarebbero andati molto forte, di sicuro all’inizio non è stato facile. Ti danno di quelle bastonate che ti fanno girare la testa. Però io e la mia squadra siamo stati sempre concentrati su di noi, senza stare troppo a guardarci intorno. Sapevamo che sarebbe stato difficile, ma con calma abbiamo cercato di migliorare e un po’ alla volta siamo riusciti a sistemare le cose. Ci manca ancora quel pezzettino per stare un po’ più tranquilli. Ma la verità è che mi sto divertendo tantissimo e con la squadra mi trovo davvero bene”
Ti guardano un po’ con occhi diversi rispetto all’inizio?
“Beh, sicuramente all’inizio c’era un po’ di scetticismo, io arrivavo un po’ allo sbaraglio e loro si chiedevano cosa fossi andato a fare. Non è che avessi vinto chissà che. Poi nessuno ti guarda con disprezzo, per carità, però un po’ alla volta sto cercando di guadagnarmi il rispetto sul campo, spero di arrivare a divertirmi anch’io lì davanti!”.
Max Temporali ci diceva che hai avuto una carriera molto tosta. Qual’è stato il momento più difficile, quando hai capito che le opzioni erano solo smettere o giocarsi tutto?
“Se fosse stato per me mi sarei sempre giocato tutto. Il problema sono i soldi, è brutto da dire ma è così. Si paga. Già nel 2014 ero rimasto a casa, perché non avevamo più soldi per correre. Avevamo solo fatto un test con la 600 e avevo 15 anni. Poi è arrivato un momento difficile nel 2017, quando siamo arrivati nel momento sbagliato e forse nel posto sbagliato (con la SpeedUp, ndr.) e lì ho fatto 4-5 gare per poi rimanere a casa tutto l’anno. Anche lì purtroppo non avevamo il budget per correre nel mondiale Supersport. Ho fatto i miei anni di sacrifici, e se non ne faccio più sono contento (ride). Voglio continuare a lavorare al meglio, poi vedremo”.
Ti sei adattato molto in fretta alla tua Ducati.
“Beh, ancora però non mi sento al 100%. Ci manca ancora qualcosina, ci sono punti in cui perdo ma ci sta, è normale. Sicuramente con il 1000 mi sono sempre trovato meglio, ho anche lo stile giusto rispetto al 600, tra virgolette le cose mi riescono un po’ più facili. Ducati all’inizio non è stata facile, perché ha veramente tanta potenza”.
Venivi da una Yamaha R1, giusto?
“Si, nell’italiano ho corso con BMW e Yamaha. Ma la Ducati è un’altra cosa: ha tanta potenza e non è sempre facile da gestire, quindi a volte te la rende con delle belle sbacchettate… Ti tiene tranquillo e ti fa capire come gira la ruota. L’idea quindi è di non fare il passo più lungo della gamba e imparare come funziona la moto un po’ alla volta”.
Come ti aspetti la prossima gara, ad Assen?
“Speriamo un po’ meglio di Donington, e lo dico per tutte le Ducati. In Olanda la pista è un po’ più veloce, ci sono meno ripartenze ed è più scorrevole, in teoria questa cosa dovrebbe darci una mano”.
Parliamo di MotoGP. Pensi che Fabio Quartararo abbia già il mondiale in tasca?
“No, ma ha buone possibilità di farcela. Adesso tocca a lui giocarsela, si vede che ne ha più degli altri, anche le gare che ha perso: Una volta la tuta, un’altra il braccio, poi la pioggia… A Le Mans se non avesse piovuto avrebbe vinto. Deve stare più attento a sé stesso che agli altri, ma in MotoGP non si sa mai, sono tutti forti”.
Tra i Ducatisti chi vedi meglio?
“Se devo essere onesto - parlando da fuori - Zarco mi sembra quello più completo. Poi bisogna vedere quanto saprà essere costante, però anche quando gli ufficiali sono in difficoltà lui è sempre davanti. Ora come ora, dovessi puntare su di una Ducati punterei su di lui. Poi anche gli altri vanno fortissimo, per carità”.
Cosa saresti disposto a fare per mettere il sedere su di una Desmosedici?
“Posso essere sincero e onesto? Niente. Io voglio solo vincere il mondiale Superbike. La MotoGP è bellissima, i prototipi sono incredibili… Ma se potessi fare una pazzia la farei solo per avere il miglior materiale possibile in Superbike”.
In questa pausa estiva Valentino Rossi deciderà del suo futuro. Cosa gli consiglieresti?
“Vale… È difficile da dire. Credo che adesso gli sia un po’ passata la voglia di correre. Quando sei 9 volte campione del mondo e arrivi sempre dietro non è divertente. Ma non per lui, non lo è per nessuno. Non so - per lui - quanto gli faccia bene stare lì. D’accordo, ci sono gli sponsor e tutto il resto, però io penso alla persona. A me non piacerebbe stare lì dietro, se poi hai vinto più di cento gare e nove titoli mondiali è ancora meno divertente. Secondo me per lui sarebbe meglio ritirarsi, forse vivrebbe meglio. E lo dico da suo grande tifoso. Mi piace vederlo, ma vederlo soffrire non è bello”.
Un’ultima cosa: ti chiami Axel come il cantante dei Guns N’ Roses?
“No, perché lui è Axl, io ho anche la e, Axel. Mia madre e mio padre l’hanno visto nei titoli di coda di un film, ma non saprei dire di preciso quale, non se lo ricordano neanche loro!”.