Nella stagione 2022 la Red Bull vedrà, sulla griglia di partenza, ben 8 piloti su 20 provenienti dalla Academy del toro, o attualmente schierati con i colori della scuderia austriaca. Un numero imponente che raccoglie quasi la metà dei talenti in Formula 1 e che delinea il potere che il team di Chris Horner è riuscito a ottenere in questi anni, sradicando realtà molto più storiche di Red Bull.
Tra queste c'è sicuramente la Rossa di Maranello che, soprattutto nell'ultima stagione, ha faticato ad inserire giovani talenti nella classe regina del motorsport, pur ottenendo risultati più che positivi con la Ferrari Driver Academy nelle classi minori.
I giovanissimi piloti cresciuti dalla Ferrari infatti quest'anno non sono riusciti a ottenere un sedile per la stagione 2022, una situazione di cui ha parlato lo stesso Mattia Binotto: "Siamo consapevoli delle ridotte opportunità per i nostri giovani piloti. Come Ferrari cerchiamo di dare loro le migliori opportunità per entrare nel mondo della F1. Con la nostra Driver Academy stiamo ottenendo ottimi risultati in tutte le categorie e siamo fieri dei nostri ragazzi. Ovviamente c’è da essere realisti ed al momento c’è poco spazio".
Dichiarazioni che permettono di guardare con occhio obbiettivo ciò che in questi anni ha ottenuto il programma Ferrari: la crescita, velocissima, di Charles Leclerc è stata sicuramente il successo più grande della squadra che, oggi, vede nel monegasco la punta di diamante del team. Alle sue spalle lo sfortunato Jules Bianchi, uno dei primissimi piloti della Academy, riuscito a entrare in F1 con la Marussia ma tragicamente scomparso prima di avere la sua occasione in Ferrari. Tra gli altri troviamo Mick Schumacher, oggi presente sulla griglia con il team Haas, ma con un cognome come il suo trovare un sedile al giovane tedesco non è certo da considerarsi un'impresa.
Arriviamo poi al tema più caldo del mercato piloti in queste ultime settimane: Antonio Giovinazzi. Il pilota italiano, proveniente dalla FDA, rischia di perdere il proprio sedile in Alfa Romeo nel 2022 ma la Ferrari non è intenzionata ad aiutarlo nella trattativa con la scuderia, lasciando ad Alfa il compito di scegliere il pilota più adatto alla line up della prossima stagione.
Prospettive non esaltanti se si pensa anche, e soprattutto, a quei piloti che pur trovando successo nelle classi minori - su tutti Callum Ilott - non hanno mai avuto una concreta prospettiva di entrata in Formula 1.
La Ferrari dichiara di avere progetti a lungo termine, prospettive che oggi ancora non conosciamo e che potrebbero portare a un cambio di rotta tra scuderie motorizzate Ferrari e rapporti con la Academy. Guardando però al presente una cosa è certa: il potere politico della Rossa in Formula 1 non è più, neanche lontanamente, quello di un tempo.