Maverick. Pensi a quel nome e ti viene in mente subito Tom Cruise che sfreccia tra i cieli in TopGun. In effetti, Vinales sul giro secco è sempre stato uno di quelli tosti e su questo non abbiamo mai avuto dubbi. Solo che al posto di un F–14 pilota una M1. La carriera di Vinales in MotoGP è cominciata come una favola. Quel ragazzino – allora nemmeno ventenne - si è trovato a confrontarsi con quelli più grandi, in sella già ad una moto come la Suzuki.
Favola talmente bella che al secondo anno, nel 2016 hanno iniziato subito ad arrivare i primi risultati: Prima il podio a Le Mans, poi la pole sfiorata al Mugello e quella vittoria a Silverstone, una gara dominata fin dal primo giro.
Visti i risultati ottenuti con la squadra di Davide Brivio, non poteva non arrivare una promozione in un Top Team; infatti ha trovato casa in Yamaha e una grossa eredità da raccogliere: quella di Jorge Lorenzo. Ma voi lo ricordate quel Maverick Vinales appena arrivato in Yamaha? Lo stesso che dopo l’inizio del mondiale, secondo tutti i bookmakers, era il favorito, anche più di Marc Marquez?
In effetti, avevano (quasi) ragione: Maverick perchè stava vivendo un periodo di forma strabiliante. Dominò tutti i test e vinse le prime due gare (Qatar e Argentina) imponendo delle prove di forza magistrali.
E adesso? Dov’è finito quel Vinales? A distanza di tre anni sono cambiate parecchie cose. Anzi, se proprio vogliamo dirla tutta, a Maverick sono bastati pochi mesi per cambiare completamente. Perché lui - a grandi linee - è un po' come Jorge Lorenzo: quando la moto gli va a genio non ce n’è per nessuno, ma quando iniziano ad esserci problemi, è come se nella sua testa comparissero mille fantasmi.
Solo che a differenza di Jorge, Maverick sta vivendo un periodo diverso con la Yamaha. Prima la moto era ok, mentre adesso tra motore e i soliti problemi di grip, la M1 non è più la regina dei circuiti. Non che sia male, ma l’ambiente nel box Yamaha di sicuro è peggiorato. Già la stagione 2017 si chiuse non proprio bene. Ok, buttalo via un terzo posto in campionato, ma non arrivarono più vittorie e Yamaha si era praticamente persa tra mille problemi sulla moto.
La stagione 2018 è stata una fotocopia della seconda parte dell’anno prima. La moto non andava. Mille problemi anche per il suo compagno di squadra Valentino. In realtà un po' si sapeva che sarebbe andata così. Nel giro di un inverno non si poteva rivoluzionare una moto. Quindi, come direbbe Malcom, nella famosissima serie The Middle: “Non mi aspetto niente, ma sono già deluso”.
La vittoria è arrivata solo alla terzultima gara della stagione: Phillip Island per Maverick e per Yamaha è stata una liberazione in quella stagione. Pianti, lacrime e tanta, ma tanta gioia. Quella gara ha segnato, in senso figurato, una specie di rinascita per lui. Talmente evidente che si era rasato persino i capelli a zero.
Il 2019 ha seguito la stessa falsa-riga del 2018, ma con molta meno sofferenza. Complici le due vittorie, prima quella ad Assen e poi a Sepang, e la consapevolezza di avere una moto apparentemente migliore rispetto a quella dell’anno prima.
Nel 2020, però, di punto e a capo. Anche se su alcuni fronti è andata più che bene: come dimenticare le due gare austriache, la moto di Zarco che lo sfiora a velocità folle e i freni rotti la domenica successiva? Tralasciando questo, l’unica nota positiva del 2020 di Vinales è stata la vittoria a Misano.
Oggi Maverick Vinales compie 26 anni. Proprio nel mese di Gennaio, con il motomondiale che è fermo, e in questa occasione speciale per lui sembra riecheggiare quella frase di Tom Cruise: “Sento il bisogno, il bisogno di velocità!”