Jack Miller è tornato a vincere. E, dopo il grande disappunto di Jerez, quando nonostante un rutto fragoroso in mondovisione non aveva bevuto dallo stivale, a Le Mans ha deciso di riproporre lo shoey. Per i pochi che ancora non lo sapessero, dicasi shoey l’usanza tutta australiana - portata al grande pubblico da Daniel Ricciardo in Formula 1 - di festeggiare un podio bevendo dalla propria scarpa.
“Non lo faccio più” aveva risposto Jack Miller ad un addetto della Dorna sul podio di Jerez “È una cosa che fa Ricciardo”. Ma quando porti a casa la seconda vittoria consecutiva (ancora una volta su di un circuito ostico per la Ducati) tutto è permesso. Così Miller ha tracannato il prosecco dal suo stivale per poi offrire una bevuta anche a Fabio Quartararo, terzo al GP di casa.
Eccolo, il momento d’oro: Jack che rovescia le bollicine nel palato di Fabio davanti a milioni di appassionati, con uno stivale che ha accarezzato l’asfalto per quasi un’ora ed è ancora umido di pioggia e sudore. Roba degna di una serata alcolica tra liceali.
Probabilmente Fabio si sarà reso conto del suo coraggio solo qualche ora più tardi, con il suo McDonald celebrativo in una mano (festeggia così i buoni risultati) e l’adrenalina della gara ormai smaltita. Tutto sommato però una schifezza del genere ci aiuta a capire un po’ di più i piloti, le loro sensazioni e gran parte della motivazione che li spinge a correre: vincere è figo, fa bene all’anima.
Sei ubriaco di gioia e, in quelle condizioni, anche bere dalla scarpa sudata di un rivale sembra un’ottima idea. Ecco perché Valentino Rossi non vuole smettere ed ecco perché, tutto sommato, a Quartararo non è andata così male. È meglio lo shoey di un quarto posto.