Marc Marquez dopo l’incidente nell’allenamento off-road non ha riportato solo una commozione cerebrale ma anche una forma di diplopia. E proprio su quest’ultimo aspetto cresce la preoccupazione per il pilota spagnolo, visto che la patologia rischia di comprometterne irrimediabilmente la carriera. Il campione spagnolo della MotoGP già in passato ha dovuto fare i conti con un disturbo della vista di questo tipo, anche se oggi la situazione è molto diversa. Lo conferma Claudio Lucchini, medico chirurgo specialista in oculistica di Milano, il quale intervistato da Sky ha cercato di fare chiarezza sul disturbo visivo che costringe, Marquez, per ora, a chiudere la stagione in anticipo: “Non è detto che sia necessario l'intervento chirurgico, il problema all'occhio potrebbe rientrare da solo attraverso una terapia conservativa. Il rientro in pista? Potrebbero bastare 4 mesi”
“Quando una persona è afflitta da diplopia vede doppio, le due immagini non vengono sovrapposte, non si fondono più. Noi abbiamo dei processi di compensazione che ci permettono di vedere una sola immagine. Sembra semplice, in realtà si tratta di qualcosa di molto complesso: bisogna considerare che ogni occhio ha 6 muscoli che devono muoversi insieme perfettamente, all'unisono. Basta che uno non funzioni in modo corretto per avere l‘immagine sdoppiata” ha premesso Lucchini. “Si tratta di un problema molto comune tra persone che hanno avuto traumi cranici contusivi, come la commozione cerebrale avuta da Marc nella caduta in allenamento a fine ottobre”. Un problema che, per lo spagnolo, non è nuovo: “O si è scompensato dal trauma e il vecchio intervento non ha più tenuto la posizione corretta dell’occhio, andando a indebolire quello che è strato fatto, oppure (eventualità più complessa) c'è un trauma di tipo neurologico con una conseguente mancanza di stimolazione elettrica”. Le soluzioni, normalmente, sono tre: “Mettere un occhiale con lente prismatiche, tapparsi un occhio per evitare lo sdoppiamento (ma è come perdere il campo visivo), oppure penalizzare con una lente a contatto un occhio per farlo vedere male e quindi dargli la possibilità di non vedere doppio. Ma sono tutti casi che chiaramente un pilota deve escludere. La terapia conservativa di cui parla Honda nel comunicato è l’attesa e l’osservazione, il team non ha alternative a meno che nel breve tempo si accorga che è un problema legato all'intervento del 2011 e decida di rioperare il muscolo e rimetterlo in posizione. Se si tratta di uno scompenso puramente muscolare questa è una soluzione percorribile, se invece si tratta di un problema di tipo neurologico bisogna aspettare. Non è detto che sia necessario l'intervento chirurgico, il problema all'occhio potrebbe rientrare da solo”. E infine, bisogna tenere conto dei tempi di recupero: “Nel caso di un pilota di MotoGP possono bastare 4 mesi per rientrare, che diventano 6 per persone non abituate a correre nel Motomondiale”.