Non è stato un infortunio qualunque quello di Marc Marquez che, dopo il calvario della spalla, adesso dovrà fare i conti con la diplopia, già avuta nel 2011. Chi sa qualcosa di infortuni è Marco Melandri che, intervistato a La Gazzetta dello Sport, ha parlato così dello spagnolo: “La diplopia è paradossalmente meno invasiva della frattura di un osso, ma non ti dà tempi certi sul recupero – ha detto l’ex pilota italiano – Quando non sai se devi operarti o meno, poi, subentra la paura. Saranno decisivi i prossimi mesi”. Marc Marquez stava recuperando molto bene dopo l’infortunio alla spalla e le vittorie di questa stagione avevano aperto a un possibile ritorno dello ‘spagnolo dei tempi d’oro’. Ma cosa passa dentro alla testa di un pilota quando succedono queste cose: “Appena cadi ti viene voglia di mollare, ma già due ore dopo pensi già a ripartire. Marquez si era rialzato benissimo da quella frattura al braccio che credo sia stata ben più grave del previsto”.
Dopo la caduta in motocross che lo ha costretto a saltare Portiamo, è arrivata poi la doccia gelata con la situazione che è diventata più grave del previsto: “Marc non è una che molla e lo abbiamo visto con i precedenti infortuni – ha detto Melandri – Se non recupera entro il 2022 potrebbe essere la botta finale. Deve lavorare nell’ombra prima per tornare a essere una persona normale, perché adesso è un supereroe. Poi deve ridiventare un atleta”. Lo spagnolo si è infortunato durante un allenamento off-road ed è così che si è riaperto il dibattito sui rischi che si corrono quando non si corre in pista: “Il pilota è uno sport pericoloso e il rischio è ovunque. Puoi provare soluzioni alternative, ma per stare 45 minuti concentrato ti serve soltanto stare in sella”. Il duro colpo subito da Marc Marquez, secondo Marco Melandri, deve portare la Honda a rivedere i suoi piani: “Solo lui riusciva a colmare il gap con gli altri pilota e la casa giapponese per anni l’ha sviluppata per le sue esigenze. È chiaro che se non riesce a recuperare dovranno cercare sul mercato. Ha quasi trent’anni e un team così importante deve avere dei piloti forti”.