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Ok Jorge Lorenzo e Valentino Rossi, ma Casey Stoner fa un altro nome

9 novembre 2021

Ok Jorge Lorenzo e Valentino Rossi, ma Casey Stoner fa un altro nome
Il pilota australiano ha speso parole importanti per i grandi avversari della sua (breve) carriera, ma non ha avuto dubbi su chi sia stato davvero il più forte. E, paradossalmente, è quello che non ha vinto niente…

Dani Pedrosa non è riuscito a vincere un mondiale in MotoGP. Ma le parole che ha speso per lui un certo Casey Stoner, forse, valgono quanto un titolo: “La persona da cui ho imparato di più nel corso della mia carriera sportiva è stato Dani Pedrosa, il modo in cui a volte sapeva trovare la velocità in certi momenti mi faceva impazzire, mi dicevo 'come diavolo fa?' Quando sono diventato suo compagno nel 2011, è stata la cosa migliore che mi fosse mai capitata, perché negli anni precedenti in Ducati non ero mai riuscito a usare la telemetria del mio compagno per trovare un modo per andare un po' più veloce, ed era negativo per me”.
Il talento più puro della MotoGP recente, quindi, che ha potuto affinarsi grazie ad un maestro che ancora oggi, nonostante non sia più del gruppo, è uno dei piloti più cercati del paddock: Dani Pedrosa. “Con Dani ho sempre guardato cosa faceva in certe parti del circuito  - ha affermato ancora Stoner - e con la stessa moto a volte era in grado di distruggermi, e continuavo a dire 'cosa sta facendo di diverso?' . Ho  imparato tanto da lui e mi ha reso più forte”. Per il pilota australiano, quindi, l’avversario più forte incontrato in carriera è stato, di fatt, quello che non ha mai dovuto combattere davvero. Anche se questo non significa certo sminuire le battaglie con Jorge Lorenzo e Valentino Rossi e il loro talento.
“Questo sport ha molti modi di affrontare le cose, non è come in F1 dove tutto è dettato dall'aerodinamica e cose del genere ha concluso Stoner - Qui hai molte opzioni diverse quando hai a che fare con la stessa situazione. Jorge Lorenzo aveva tante caratteristiche che mi sono piaciute, di Valentino Rossi sottolineerei il modo in cui ha lottato e ha saputo leggere le gare”. Sono stati, secondo Casey Stoner, piloti che hanno una marcia in più, avendo una caratteristica in meno: l’orgoglio smisurato. Che, detta così, può sembrare una assurdità, ma a spiegare tutto ci ha pensato proprio l’australiano: “La mia forza più grande è stata forse la mia mancanza di orgoglio – ha concluso - Molti piloti hanno quell'orgoglio, come lo chiamo io, di non voler cambiare o adattarsi, vogliono che la moto si adatti a loro. E ultimamente questo atteggiamento è sempre più comune, ma non è quello dei veri campioni”.

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