A Portimaõ mancherà anche Marc Marquez, in compenso però c’è Casey Stoner. Il fuoriclasse australiano infatti si è presentato nel box Ducati per il GP dell’Algarve, così da scambiare qualche parola con i piloti e respirare l’aria del paddock dopo diverso tempo. Stoner, ritiratosi ormai nove anni fa, segue ancora con attenzione le corse e non manca di dare qualche opinione - solitamente divisiva - sulla MotoGP. In una veloce conferenza stampa durante il venerdì dedicato alle prove libere, il due volte campione del mondo ha parlato della stagione appena conclusa, anticipando che sarà anche a Valencia.
“Sono passati tre anni e mezzo dall'ultima volta che sono stato nel paddock - ha raccontato Stoner - Era il Mugello 2018, troppo tempo fa. Questo è stato il mio mondo per molti anni, sapevo tutto di tutti, molte persone in questo paddock sono familiari o amici. Abbiamo pensato (con la famiglia, ndr.) di venire qui e parlare con alcune persone personalmente e ristabilire alcune relazioni che si erano un po' perse negli ultimi anni”.
La stagione appena passata, secondo l’australiano, è stata decisamente atipica: "È stato incredibilmente interessante vedere quanti diversi costruttori e piloti sono saliti sul podio. Le squadre che ti aspettavi di vedere in vantaggio improvvisamente hanno avuto dei problemi, e altre che non ti saresti mai immaginato se ne vanno e vincono una gara. Abbiamo visto alcuni risultati molto inaspettati che hanno reso quest’anno strano e difficile da analizzare. Ma dal punto di vista dello spettatore, è stato fantastico. Personalmente - ha continuato l’australiano - mi sarebbe piaciuto vedere un po' più di costanza da parte di alcuni piloti. Ma credo anche che il format attuale dia ad alcuni piloti che normalmente non sarebbero al top, in certi fine settimana, la fiducia per ottenere qualcosa che non sarebbe stato possibile in passato".
Stoner, dopo il ritiro, ha anche passato un periodo come collaudatore per Borgo Panigale, impegno che però non ha mantenuto a lungo. Un peccato, perché la Desmosedici nelle sue mani continuava ad andare fortissimo. In merito alla Ducati, che con lui ha vinto quello che ad oggi è l’unico titolo della sua storia in MotoGP, si dice comunque piuttosto positivo: “Ducati è sempre a un passo dalla perfezione, sono stati a lungo vicini ad avere un pacchetto completo e ad arrivare al titolo. Purtroppo spesso c'è solo un pilota Ducati competitivo nel weekend di gara, sono un po’ altalenanti. Serve un po' più di costanza da parte loro e magari una moto adatta a tutte le piste, perché la moto sembra avere un po’ di difetti in alcuni tratti. L’importante è trovare costanza, magari raggiungibile con un pacchetto più facile da gestire. Ad ogni modo sono molto, molto competitivi, se tutto va nella giusta direzione possono vincere un altro titolo”.
Una sfida che presenta diversi ostacoli davanti a sé, a cominciare dalla Yamaha e Marc Marquez: “Yamaha offre ogni un anno un ottimo pacchetto, basta vedere cosa fa in tutti gli sport motoristici… Portano sempre un pacchetto completo, difficile da battere. Poi ci sarà anche Marquez sulla Honda, anche lui è tra i favoriti se è sano ed in forma. Non puoi andare bene solo su alcune piste, hai bisogno di essere sempre veloce e questo è tutt’altro che facile”.
Detto questo, il motivo della visita del due volte campione del mondo continua a rimanere un mistero. Da un lato Casey avrà voluto sfruttare la fine delle restrizioni imposte dal governo australiano con un viaggio di famiglia, dall’altro l’idea di ritrovare l’ambiente in cui è cresciuto ed ha saputo affermarsi deve averlo ingolosito. Non tornerà a fare il pilota a tempo pieno, questo è pacifico (a dirlo era stato lui stesso a Misano in un collegamento streaming) ma non è da escludere che possa decidere di tornare a vivere di paddock. La MotoGP, di certo, lo accoglierebbe a braccia aperte. A Valencia, forse, ne sapremo di più.