Nel settimo episodio di MOWGP, live su Instagram dopo il GP di Francia, Carlo Pernat ha aperto i rubinetti della vita da manager tra aneddoti e bombe di mercato. Dalla situazione di Enea Bastianini, sempre più vicino al team ufficiale, a quella di Marc Marquez. Nel mezzo i racconti dei tempi d’oro assieme a Paolo Beltramo e qualche intuizione sui movimenti nel paddock. Il manager genovese ad ogni modo parte dalla gara di Le Mans, terza vittoria del suo pilota, spiegando che Ducati dovrà per forza scommettere anche su di lui: “L’unico che può rientrare in lotta per il titolo forse è Miller, Martín è già a sette zeri. Bagnaia è lontano, 46 punti sono quasi due gare. Lui molto forte, lo scorso anno a fine stagione l’ha ampiamente dimostrato. Certo, l’errore di domenica ci sta - ha spiegato Pernat - è normale che ad un pilota vengano i cinque minuti quando vede un suo compagno di marca passare con una moto inferiore alla sua. L’ha detto anche lui, se si fosse accontentato avrebbe preso venti punti e la classifica sarebbe differente”.
Poi racconta che in Ducati la fiducia la stanno dimostrando coi fatti, spiegando anche il motivo per cui Enea non ha voluto utilizzare la carena offerta durante i test: “Dall’Igna ha fatto più di quello che ha promesso. Gigi ha dato più roba di quella che era nel contratto. Abbiamo cose della moto 2023. Per la carena, che abbiamo provato a Jerez, aspettiamo la seconda evoluzione che arriva ad agosto, a Silverstone. Potendone omologare una sola abbiamo scelto di fare così. L’unica cosa che non avevamo di concreto era l’abbassatore anteriore… e meno male. Qualcosa manca, è chiaro, altrimenti non saremmo noi il team ufficiale. Ma è roba di poco conto”.
Gli chiediamo del mercato, di come stanno andando avanti le cose. Lui non fa grossi misteri, lasciando intendere che le trattative tra Bastianini e Ducati sono già piuttosto avanzate: “Ci siamo incontrati la settimana scorsa. L’ingegner Dall’Igna, Paolo Ciabatti, Enea Bastianini e il sottoscritto. E ci hanno proposto un nuovo contratto per 2023 e 2024. Ci hanno offerto dei bei soldi, dico la verità, e la moto ufficiale con gli stessi sviluppi del team ufficiale con la squadra che vogliamo, ossia con Pigiamino (Alberto Giribuola, ndr.) Dario e qualcun altro”.
Bastianini, racconta Pernat, ha bene in mente il suo obiettivo: “È ovvio che Enea vorrebbe il team ufficiale, sarebbe sciocco il contrario. Però ci sono due cose diverse: nel team ufficiale hai 50 persone, sei un po’ sotto pressione e la situazione è più militaresca. Ci sono tante teste che parlano… Il Team Gresini è favoloso. Michele Masini che fa il direttore sportivo è giovane, bravissimo. Manuel Poggiali che è il coach dei piloti è anche lui bravissimo. Alcuni meccanici gli abbiamo scelti noi…”
Enea, dice Paolo Beltramo, è in una situazione simile a quella di Marco Simoncelli quando correva con la Honda San Carlo del Team Gresini: squadra privata, risultati da team ufficiale e lo stesso manager, Carlo Pernat. Il quale racconta che Bastianini, rispetto al Sic, è più attratto dal team ufficiale: “È lo stesso team, la stessa cosa! - il commento di Pernat - Marco però non ci pensava nemmeno a passare in ufficiale, Enea invece è più abbagliato. È chiaro che se domani chiama Ciabatti dicendo che hanno deciso di mandarlo nel team ufficiale lui ci va. Con i suoi tre uomini, ma non di più. Che poi sia dal 2007 che Ducati non vince il mondiale lo sappiamo, vuol dire che qualcosa c’è anche lì. Io gliel’ho messa sul piatto con tutti i pro e i contro che ci sono sempre, ma decide il pilota. Il sedere sulla sella lo mette lui, il casco lo chiude lui e poi parte da solo. Io lo sto facendo ragionare, però alla fine tocca a lui”.
Se non parlasse di mercato, in fondo, non sarebbe Carlo Pernat. Così parte da quelle che sono praticamente delle certezze: “In Honda ufficiale andrà Mir, mentre Miller dovrebbe andare al posto di Oliveira in KTM. Sono due cose secondo me quasi fatte. Binder rimarrà in KTM invece, ha il contratto fino a fine 2023”. E poi anche Aprilia: “Penso che stiano seriamente pensando di non rinnovare Vinales, tanto che il suo manager è già andato in giro ad offrirlo. Non lo fai se il momento è buono, invece penso che Maverick abbia solo ancora un paio di gare per dimostrare qualcosa. Se non dovesse riuscirci Aprilia potrebbe guardarsi intorno davvero, perché ci sono troppi piloti sul mercato. Le case hanno il coltello dalla parte del manico”.
A complicare la situazione piloti, chiaramente, è stato l'annuncio dell’addio della Suzuki. Che secondo Pernat (ma non solo) è stato gestito nel peggiore dei modi: “Io sono stato dall’altro lato della barricata. E se succede una cosa del genere prima chiamo tutti gli importatori europei, poi Carmelo Ezpeleta… Mi metto a ragionare e poi me ne vado. Invece è stato detto da Sahara San ai meccanici la sera dell’ultimo giorno di prove, ed è una cosa che non fa nemmeno una casa di Moto3, capitemi. Poi ognuno fa quello che vuole, ma si fa in un altro modo”.
Il che, evidentemente, ha smosso anche le case, da Aprilia (pronta a formare un team satellite con Razlan Razali) a Yamaha, che potrebbe affidare le sue moto a Valentino Rossi: “Non credo che Yamaha avrà le seconde moto il prossimo anno. Se Razali, come si vocifera, dovesse prendere le Aprilia, per un anno mancherebbe il team satellite Yamaha. Poi è chiaro che nel 2024 la VR46 prenderà la Yamaha, ma per il 2023 rischia di avere solo due piloti, Quartararo e Morbidelli. Carmelo lo sa, sta parlando di una fantomatica casa che dovrebbe entrare nel 2024 ma se non è qualche joint venture tipo Triumph, GasGas, BMW… Ma la Triumph ha già detto di no”.
Tra le altre cose poi, Carlo Pernat lancia l’allarme su Marc Marquez, che secondo il manager genovese è seriamente compromesso nel fisico: “Io sono sul campo di gara e vi dico che il suo problema grosso è la spalla - ha spiegato Pernat - Ha un problema enorme alla spalla. Sicuramente c’è anche un problema di moto, ma il settanta percento del suo problema è quello. È un problema enorme e credo che nella sua testa abbia anche valutato l’ipotesi di lasciar perdere. Un fenomeno non si adegua, rischia. È la peggior situazione della sua carriera. E dispiace, perché avere un fenomeno come lui fa godere gli sportivi”.
Questo però è solo un estratto della lunga chiacchierata con Carlo Pernat, Paolo Beltramo e Marco Melandri per MOWGP: con noi hanno parlato del mondiale che c’era un tempo, delle notti in giro per il mondo e di quello che c’è scritto (in parte) in Belin che paddock, l’autobiografia di Pernat. Di seguito trovate la puntata completa.