“I pensieri romantici sono belli e suggestivi, ma affermare che Valentino Rossi ha continuato a correre in moto per così tanti anni per colmare il vuoto lasciato da Marco Simoncelli o per provare a dedicargli un titolo mondiale è sbagliato. E è anche ingiusto verso un pilota che ha scritto la storia del motociclismo moderno. E che non ha smesso prima solo perché aveva semplicemente voglia di correre ancora”. Lo ha detto Carlo Pernat a cui ieri abbiamo fatto l’ormai tradizionale telefonata prima di un gran premio importante. Un gran premio, quello del Made in Italy e dell’Emilia Romagna, che per tutti ha un valore in più: è l’ultimo di Valentino Rossi e ricorre nei giorni esatti del decennale della morte di Marco Simoncelli. Tanto che Pernat, neanche il tempo di fargli due domande ed è partito da solo, parlando, chiaramente, di Marco e di Valentino.
“So che qualcuno ultimamente ha provato a dire che Vale non avrebbe corso così a lungo se Marco non ci avesse lasciato così presto. Io non sto nella testa di Valentino Rossi, ma penso che sia una boiata assurda. Si volevano un gran bene, erano amici, su questo non ci sono dubbi. Come non ci sono dubbi sul fatto che Marco sia stato l’unico avversario che Vale non avrebbe voluto sbranare, ma di sicuro avrebbe continuato a provare a batterlo. Sarebbero state delle gran sfide. E certe ricostruzioni romantiche, anche se suggestive, non mi piacciono. Discorso diverso, invece, è affermare che se Vale avesse vinto il decimo, sicuramente le prime quattro parole che avrebbe pronunciato sarebbero state questo-è-per-Marco. Non ho dubbi che sarebbe andata così e non ti nascondo che spesso a quel 2015 ci penso, se non fosse andata in quel modo avremmo assistito alla dedica più potente della storia delle corse”.
Tutto ugualmente romantico, ma molto più semplice e meno artefatto, quindi, solo una ipotesi che è destinata a restare tale. Perché adesso sono dieci anni che Marco Simoncelli non c’è più ed è anche l’ultima volta che Valentino Rossi correrà davanti alla sua gente, che poi era anche la gente del Sic e che è la gente che li ha allevati entrambi. “Il tempo – ha aggiunto Pernat – passa per tutti, anche per Valentino Rossi che, comunque, resterà immortale. Penso che nella sua storia ci sono stati tre momenti in cui Vale c’è andato vicino a dire basta, o che comunque è stato sfiorato dal pensiero. Sicuramente uno di questi è stato proprio quel maledetto giorno di ottobre di dieci anni fa. Prima ce ne era stato un altro, con il brutto infortunio che aveva subito ed in cui, inevitabilmente, per la prima volta ha fatto veramente i conti con la paura. L’ultimo, invece, è stato in Austria lo scorso anno, quando le moto di Zarco e Morbidelli gli sono passate a un metro dalla testa. Lì credo che anche la Francesca, a casa, gli abbia domandato se ne valesse ancora la pena. Ed è più che umanamente comprensibile. Ripeto, è il mio pensiero e non sono sue confidenze, ma credo che l’anno scorso al RedBull Ring sia cambiato tutto”.
Loris Capirossi, nel suo libro , scrive che un pilota matura la decisione di smettere quando prende realmente coscienza della vera misura della paura. Magari non sarà una spiegazione che rende onore a sportivi che sono visti come eroi infallibili. Ma ci sta. E ci sta pure la ricostruzione di Carlo Pernat che, a proposito del decennale dalla scomparsa del Sic, sembra non avere molta voglia di parlare: “ti dico solo che la gente lo ha amato da matti ed è bellissimo, ti dico solo che fa ancora un male pazzesco ed è bruttissimo e poi ti dico che mercoledì Paolo, io e la famiglia di Marco saremo tutti a cena insieme, a casa sua”.
Come un classico mercoledì prima di Misano. Una Misano che, secondo Carlo Pernat, non assegnerà il mondiale. Con buona pace di Fabio Quartararo che, però, dovrà solo aspettare. “I pronostici servono ad essere smentiti poi dai fatti – ha scherzato il manager genovese – ma se devo sbilanciarmi dico che Fabio non vincerà il mondiale domenica. Penso che Francesco Bagnaia e Ducati venderanno carissima la pelle e proveranno a stargli davanti in ogni modo. E’ vero che le temperature saranno diverse rispetto a un mese fa, ma è anche vero che Pecco nel GP di San Marino ha mostrato una superiorità tale da poter replicare. Alla fine ci spero pure, perché lo spettacolo di sicuro ci guadagna. Non per Quartararo, sia inteso, lui merita questo mondiale e lo merita più di tutti, perché quest’anno ha dimostrato di averne di più degli altri e ha saputo contenere al massimo i danni quando le cose non hanno girato per il meglio. Il mondiale è suo e con pieni meriti, ma magari non da Misano. Tutto qua”.
Un altro che ci tiene a fare veramente bene al Marco Simoncelli World Circuit, mano a dirlo, è uno che Carlo Pernat conosce bene. E’ quell’Enea Bastianini che ha allungato la carriera di Pernat oltre quella di Valentino Rossi: “Belin – ha scherzato con tono quasi offeso – io ho ancora una voglia matta di esserci, mi starai mica dando del vecchio?! Enea e Toni (Arbolino, ndr) sono una gran motivazione per me, credo moltissimo nel loro talento. E Enea in particolare sta dimostrando quanto vale anche in MotoGP. Sicuramente sogna di bissare il podio di Misano1, ma è scaramantico e non lo dirà mai. Lo ha fatto una volta, può farcela una seconda e comunque il risultato di Austin vale come il podio di Misano: se parti così indietro e arrivi sesto in un circuito così lungo e ridotto in quel modo, sei un gran manico e puoi fare grandi cose in MotoGP. Non possiamo dimenticare che guida una Ducati Desmosedici del 2019”.