Carlos Sainz l'aveva detto subito, facendo la figura dell'aziendalista: a suo dire in Ungheria il disastroso risultato della Ferrari non era stato colpa della strategia di Mattia Binotto.
Così come sottolineato dallo stesso team principal della Rossa, domenica scorsa le macchine di Maranello proprio non giravano e neanche con le gomme giuste la situazione sarebbe cambiata.
Leclerc però la pensava diversamente e anche i fatti hanno dato ragione a chi ha fatto notare come in realtà la situazione fino all'ultimo fatale pit stop non fosse poi così disastrosa.
Sainz, da buon aziendalista, ha però fatto notare un altro problema. Nessuno infatti si era accorto che nelle prese d'aria della fiancata laterale della F1-75 dello spagnolo si era incastrato un sacchetto di plastica che, oltre ad ostruire il passaggio dell'aria per il raffreddamento del motore, potrebbe anche aver influito sul carico aerodinamico della vettura del madrileno.
Un problema che non giustifica il calo prestazionale di Leclerc ma almeno quello dell'ex Toro Rosso sì.
"Ho appena scoperto, quando sono uscito dall'auto, che c'era un sacchetto di plastica incastrato sulla fiancata della vettura" ha confessato ai giornalisti il 27enne madrileno nel paddock dell'Hungaroring dopo la gara. "Non so se quella sacca di plastica mi stesse costando il carico aerodinamico perché era piuttosto enorme".