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Aleix Espargarò, l’ultimo uomo: “Aprilia non è Ducati e io non sono Marc Marquez”

  • di Tommaso Maresca Tommaso Maresca

25 settembre 2022

Aleix Espargarò, l’ultimo uomo: “Aprilia non è Ducati e io non sono Marc Marquez”
La gara di Aleix Espargaro è stata compromessa ancora prima di partire a causa di un errore del suo box, che ha dimenticato di disinserire un controllo elettronico. Da quel momento in poi la domenica giapponese del pilota Aprilia, arrivato comunque al traguardo, è irrimediabilmente deragliata. Con Pecco Bagnaia e Fabio Quartararo in difficoltà l’opportuna era ghiotta per Aleix, che sembra destinato a faticare, sempre. Lui lo sa

di Tommaso Maresca Tommaso Maresca

È una dimenticanza umana, terribilmente umana, quella che a Motegi ha relegato Aleix Espargaro fuori dalla zona punti, nel primo “zero” della stagione del 33enne di Granollers. Un controllo elettronico che limita la potenza del motore, solitamente disinnescato dai telemetristi dei piloti sulla griglia di partenza, è rimasto inserito sull’Aprilia numero 41. Aleix se n’è accorto durante il giro di ricognizione e, con la disperazione nel casco, è rientrato ai box per cambiare moto mentre gli altri, sul rettilineo di partenza, rilasciavano la frizione. Espargaro - scattato dalla pitlane con un distacco di 5 secondi dal resto del gruppo al termine del primo giro - ha dovuto fare i conti con un’improvvisata gomma morbida al posteriore (sulla prima moto aveva scelta una media), che non gli ha consentito di esprimersi al massimo nell’insperata rimonta, conclusa in sedicesima posizione.

“È stato un errore umano del mio box, perché hanno dimenticato di togliere l’eco-map, una mappatura che non consente alla moto di oltrepassare i quattromila giri (più o meno i 100 all’ora) per non consumare benzina. Poi alla fine del giro di ricognizione sono entrato al box ma la seconda moto aveva comunque delle gomme sbagliate. Peccato” – ha raccontato sconsolato Aleix al microfono Sky di Antonio Boselli, approfondendo successivamente il problema: “Io non potevo disattivare la eco-map, si può togliere solo con l’elettronico che si collega col computer alla moto tramite cavo in griglia di partenza. Io avevo capito subito quando sono partito per il giro di ricognizione che l’eco map fosse rimasta inserita e ho comunque provato a toccare tutti i bottoni, a spegnere la centralina, a salire di giri. Ma non c’era niente da fare”. Massimo Rivola, amministratore delegato di Aprilia Racing, ha ammesso dopo la gara che, talvolta, in questa MotoGP ad alto tasso tecnologico, bisognerebbe cercare di semplificare al massimo le procedure, accodandosi a chi sostiene che il pilota – una volta in sella – debba essere in grado di attivare o disattivare qualsiasi mappatura elettronica. 

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In ogni caso ad Aleix Espargaro resta l’amaro in bocca. La scivolata di Pecco Bagnaia e l’ottavo posto di Fabio Quartararo non pregiudicano le chances di titolo del pilota spagnolo, ora a 25 punti di distanza dal leader francese. A Motegi, tuttavia, Espargaro aveva tra le mani l’opportunità di rosicchiare punti importanti ai suoi rivali, occasione che è svanita ancor prima di partire. Fatica, sudore e situazioni svantaggiose sembrano non dare pace ad Aleix che, consapevole dei limiti suoi e dell’Aprilia, è comunque riuscito ad aggrapparsi al treno per il titolo mondiale. Vederlo bersagliato dalla sfortuna fa male a lui e a tutti coloro che hanno visto il suo sacrificio: “Sono molto triste oggi. L’Aprilia sta facendo un buon lavoro, io anche. Si dice da inizio da stagione che l’Aprilia è la miglior moto, ma in realtà non è la Ducati, non è la Yamaha e nemmeno io sono Marc Marquez. Arrivare fin qui per me è stato molto molto difficile, anche perché ultimamente andare più forte di Pecco e Fabio è davvero complicato. E oggi era una di quelle occasioni in cui potevo essere più veloce di entrambi, non so se potevo vincere ma il podio era sicuramente alla portata. Sarei potuto andare in Thailandia forse da leader, ed è questo che mi dispiace di più. Se Quartararo e Bagnaia oggi avessero fatto primo e secondo mi avrebbe dato meno fastidio, perché è nell’ordine delle cose. Oggi però io ero davvero favorito in confronto a loro ed era davvero una grande occasione”.

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