Casey Stoner a Phillip Island - basterebbero cinque parole per mandare un appassionato di MotoGP in estasi. Il ricordo del numero 27 sull'asfalto australiano è indelebile per qualsiasi amante delle due ruote, che attingendo alle memorie di Stoner in derapata tra le curve della sua isola, nella maggior parte dei casi, si lascerà investire dalla nostalgia e dalle reazioni liete che questo sentimento genera. Sei vittorie consecutive per Casey a Phillip Island - tra il 2007 e il 2012 - quattro con la Ducati e due in sella alla Honda. Tutte realizzate in solitaria, in fuga, in certi casi con livree rimaste iconiche. In italiano si esclamerebbe: "Ahhh, come guidava Stoner a Phillip Island!". Perché nessuno ha mai interpretato quella pista come faceva Casey, al quale - dopo il ritiro - è stata intitolata la velocissima curva 3. Il 38enne di Southport, come abitualmente accade da diversi anni, è tornato questo weekend a Phillip Island per salutare tifosi e vecchi amici, impegnati nel Gran Premio d'Australia. Da spettatore, Casey ha potuto concedersi alle interviste e dire la sua sulla notizia che ha scosso il paddock della MotoGP nell'ultimo mese: il passaggio di Marc Marquez alla Ducati del Team Gresini, dopo undici stagioni in Honda Repsol.
Stoner, che con i colori Repsol ha vinto il suo secondo ed ultimo titolo mondiale nel 2011, ha criticato e consigliato la Honda ai microfoni di TNT Sports: "Sono molto sorpreso che la Honda abbia lasciato andare Marc. Avrebbero dovuto cercare di trattenerlo a tutti i costi. Sarà molto difficile per HRC trovare sul mercato dei talenti di alto livello per la sua squadra ufficiale. Mentre Marc perde davvero poco. Potrà andare da Gresini e capire se può guidare la Ducati. La partenza di Marc è un duro colpo per la Honda. Per loro sarà difficili attrarre nuovi talenti, dopo che si sono dette tante cose negative su di loro ultimamente. Hanno bisogno di prendere un pilota con l’approccio giusto, che sia consapevole di quello che ha e che deve dare il massimo con la moto che gli offrono. La cosa migliore sarebbe ingaggiare un pilota giovane, veloce e affamato. Cercherei di rinforzarmi con un talento della Moto2. A me piace parlare di maturità ed esperienza, ma la metà delle volte questo ha un prezzo. Uno che arriva con un’esperienza accumulata ha ben chiaro quello che vuole. Il giovane, affamato di successo, è disposto a fare tutto il necessario. Penso sia l’opzione giusta per HRC. Non hai bisogno di un team leader, se non è il leader giusto. Potresti pensare che ti serve uno di esperienza che guidi lo sviluppo, ma a volte viene fuori la vena egoista del pilota che pensa che la squadra non stia facendo quello che vuole“.