"Con Jules ho avuto il primo choc, una cosa difficile da capire e accettare. La perdita di mio papà che mi aveva aiutato tantissimo per la carriera, mi ha fatto crescere tanto perché non averlo più vicino da un giorno all'altro mi ha caricato di responsabilità, facendomi crescere come persona".
Così Charles Leclerc, intervistato su Il Giornale, ha descritto le perdite più importanti della sua vita: quella di Jules Bianchi, suo amico d'infanzia e padrino, e quella di suo padre, scomparso nell'anno del suo successo in Formula 2.
Il monegasco è tornato a parlare di queste due figure fondamentali per la sua crescita anche durante lo speciale di Sky Sport L'anno zero, andato in onda nella sera della Vigilia di Natale, insieme a 6 nel cuore, lo speciale dedicato a Sebastian Vettel.
Nel corso dell'intervista con Carlo Vanzini, Charles Leclerc ha parlato della critica che lo infastidisce di più: "Una che mi tocca più delle altre è l'arroganza, perché io so che non sono cambiato. Sicuramente ora più persone vogliono essere mie amiche perché sono un pilota Ferrari e non perché gli piaccio come persone, questo ti porta a chiuderti un po', ma non è arroganza. Questo mi tocca personalmente perché è una cosa che mio padre mi ha sempre detto, e che anche Jules mi ha detto: tenere sempre i piedi per terra".
Il monegasco ha poi parlato del rapporto con Max Verstappen: "Quando eravamo piccoli non ci potevamo proprio vedere. Però con il tempo siamo diventati più maturi. Adesso parliamo anche, ci sono stati dei grandi progressi su quello. Anche lui è una buona persona però quando mettiamo il casco la competizione è la stessa di quando andavamo sui kart".
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