L’hanno detto tutti: così è pericoloso! E è inutile riempirsi la bocca sui temi della sicurezza in pista se poi, in nome dello spettacolo, si finisce per mancare di rispetto allo sport stesso: il Cota Circuit presenta tratti veramente al limite in cui le moto diventano incontrollabili a causa di buche e avvallamenti. Le immagini delle FP2, le prime sull’asciutto dopo le FP1 disputate sotto la pioggia, non lasciano spazio a interpretazioni e in alcune staccate i piloti devono fare una gran fatica per tenere a terra le loro moto. Dopo il turno – che si è chiuso con il miglior tempo fatto registrare da Marc Marquez – tutti i piloti hanno espresso dubbi e seria preoccupazione e a fare la voce grossa per tutti ci hanno pensato proprio l’otto volte campione del mondo, Marc Marquez, e il leader della classifica iridata, Fabio Quartararo.
“Questo circuito mi piace molto – ha detto lo spagnolo - ma la superficie è veramente al limite. Non sono vere e proprie buche, ma è come se si fosse mosso l’asfalto per il fondo. Questo è un circuito fisico, ti puoi rilassare solo nella parte in cui non ci sono buche. Mi ricordo che Laguna Seca, Indianapolis erano circuiti con tanti avvallamenti, ma qui siamo veramente al limite: ogni anno peggiora. E’ difficile risolvere il problema, perché le buche non sono dovute all’asfalto, ma al fondo che si muove. Bisogna capire bene cosa succede. E’ chiaro che non è facile pilotare in queste condizioni. Non è pericoloso in senso stretto, perché non ci sono muri vicino e gli spazi sono adeguati, ma è tutto comunque troppo instabile in questa situazione. Diventa impossibile anche essere costanti in condizioni di asciutto per via di questa situazione dell’asfalto”.
Parole, quelle di Marc Marquez, a cui hanno fatto eco anche quelle di Fabio Quartararo che, anzi, c’è andato ancora meno leggero: “E’ una situazione da moto da cross – ha affermato il francese - ma con una MotoGP è un disastro. Mi risulta che siano stati fatti alcuni lavori e non voglio immaginare come poteva essere prima: è veramente critica la situazione. Il circuito non è adatto a una gara di MotoGP: ok per un giro, ma per 20 giri è davvero complicato. E’ una situazione seria per la sicurezza, dobbiamo parlarne in Safety Commission. Per me è pericoloso, molto pericoloso: ci sono punti che sarebbero critici senza buche, figurarsi con queste buche. Tra l’altro c’è tanta, troppa, sollecitazione sulle braccia".
Come Fabio Quartararo la pensa anche il campione del mondo in carica, Joan Mir, che non ha esitato a definire l’asfalto di Austin “troppo pericoloso. Probabilmente – ha aggiunto il pilota della Suzuki - ci sono dei piloti che sono favoriti da questa situazione, ma bisogna trovare una soluzione, parlare seriamente in Safety Commission. Questo circuito è molto faticoso senza le buche, figurarsi così: è una sfida al limite per tutti”. A tirare le somme ci ha pensato, invece, il veterano del paddock: Valentino Rossi. La sua è stata una prestazione decisamente da dimenticare, ma al di là della prova personale anche per il nove volte campione del mondo il tema di cui parlare è stato quello della sicurezza.
“Ci sono tre asfalti differenti con tre grip differenti – ha detto Rossi - è molto difficile capire questo circuito che, comunque, mi piace moltissimo. Ma il problema più grande sono le buche: sarà dura fare tutta la gara, per tutti. Credo che tanti andranno in Safety Commission, tanti piloti sono preoccupati: ridurre i giri non risolve però il problema delle buche. Correre in queste condizioni è sicuramente più pericoloso, ma è vero anche che poi in gara tutti spingeranno e diventerà ancora più pericoloso. Non vedo, al momento, una soluzione, ma ci sarà da stare attenti. Per il futuro, invece, bisognerebbe prendere atto del fatto che dove corrono le moto non dovrebbero correre le auto, ma capisco che non è così facile e non so quanto possa essere realizzabile”