La stagione di Formula 1 del 2023 è stata lunga e tortuosa, ma anche piena di novità, ed è finalmente arrivata al suo epilogo. Con i titoli mondiali già assegnati a Max Verstappen e alla Red Bull, ad Abu Dhabi c’è meno esuberanza nell’entrare nel weekend, anche se la lotta per il secondo posto nei costruttori è più che accesa, e nella prima giornata sul tracciato di Yas Marina a prendersi una buona parte dell’attenzione di tutti quanti sono stati i dieci nuovi nomi che sono apparsi nella classifica delle prove libere del mattino. Praticamente ogni squadra, fatta eccezione per l’Alpha Tauri, ha dato il volante a un giovane pilota rookie, quindi senza esperienza in Formula 1, e parte della propria academy, per dargli l’opportunità di girare in prima persona sulla vettura che hanno seguito da vicino per tutta la stagione.
Dallo scorso anno il regolamento della Formula 1 prevede che ogni team dedichi due sessioni di prove libere nell’arco di tutta la stagione ad uno, o più, pilota rookie, di modo tale da incentivare il lavoro delle academy per i giovani piloti. Già da prima alcuni team iscritti al mondiale dedicavano qualche sessione ai propri prescelti, ma dal 2022 la Federazione ha deciso di renderla una cosa ufficiale e obbligatoria per tutti, proprio per dare un’opportunità a quei giovani che sembrano meritarla più degli altri. Quindi, con la classifica che sembrava di un’altra categoria, o sempre quella della Formula 1 ma però magari tra qualche anno, il venerdì ad Abu Dhabi è cominciato con la freschezza e l’entusiasmo di chi al volante di una Formula 1 c’è salito poche volte e ha tanto da dimostrare.
Ma chi sono questi giovani piloti?
Partendo dal più veloce della sessione tra di loro c’è Felipe Drugovich, campione di Formula 2 nel 2022 e terzo pilota dell’Aston Martin, che al volante della AMR23 è riuscito a segnare un giro solo due decimi più lento rispetto a quello di George Russell, leader delle FP1, e a piazzarsi secondo in classifica generale. Si tratta di un risultato notevole e per niente scontato per il brasiliano che ha dimostrato più volte di essere veloce e preparato per un sedile tutto suo, ma che ancora deve accontentarsi di stare nelle retrovie in attesa del saluto alla Formula 1 di Stroll, che tra l’altro si è preso una bella differenza di tempo rispetto al nuovo momentaneo compagno di squadra, o Alonso. Chi altro si è fatto notare, girando con dei tempi molto simili a Sainz, al volante della stessa vettura, è stato Robert Shwartzman, parte del programma Ferrari da ormai qualche anno con prima la Driver Academy, e poi la conferma come sviluppatore e terzo pilota dallo scorso anno. Impegnato nel 2023 nel GT World Challenge, sempre con la Scuderia di Maranello a cui ha anche portato un’importante vittoria, Shwartzman è tornato al volante della SF23 che segue da vicino ogni weekend per portarsi a casa un’interessante ottava posizione.
Al volante della Mercedes si è invece fatto strada Frederik Vesti, impegnato attualmente in Formula 2 dove si gioca il titolo. Il danese è parte della accademia della scuderia di Brackley dopo essersi messo in evidenza nella sua stagione di debutto in Formula 3, quando è arrivato secondo con pochissimi punti di distacco dal vincitore Oscar Piastri e si è guadagnato l’attenzione di Toto Wolff. Con una storia simile, al volante però dell’Alpine, c’è Jack Doohan, figlio del cinque volte campione di Motogp Mick Doohan, che da qualche anno è impegnato con il team francese mentre disputa la stagione di Formula 2. Theo Pourchaire invece ha preso il volante della monoposto dell’Alfa Romeo, in quanto parte del programma per giovani piloti di Sauber, pronto per dimostrare di essere preparato per il futuro: infatti il francese è il diretto avversario di Vesti per il titolo in Formula 2, e visti i suoi tre anni ormai trascorsi nella categoria si troverà inevitabilmente a salutarla anche in caso di perdita del mondiale.
Da un panorama diverso da quello delle categorie propedeutiche arriva Pato O’Ward, pilota McLaren in Indycar e terzo pilota in Formula 1, che dopo una stagione caldissima dall’altra parte dell’oceano è approdato nel paddock per seguire da più vicino il suo team. Dalla testa calda e la pazienza debole, qualità che ha messo in mostra fin da subito anche ad Abu Dhabi, O’Ward è sicuramente una delle punte del team papaya in Indycar. Jake Dennis invece al volante della Red Bull ha trovato una vettura ben diversa da quella che è abituato a guidare in Formula E, di cui è il campione del mondo in carica. Atleta Red Bull fin dalle categorie propedeutiche, il britannico segue al simulatore le attività del team campione del mondo ed è stato premiato per la sua stagione incredibile sulle monoposto elettriche con questa sessione a Yas Marina.
I più piccoli in pista Isack Hadjar, Zak O’Sullivan e Ollie Bearman hanno chiuso la classifica, con il primo, classe 2004, al volante della monoposto di Checo Perez e pilota supportato dal Red Bull Junior Team al debutto in Formula 2. La Williams ha invece lasciato la monoposto di Albon al giovanissimo Zak O'Sullivan, che ha appena concluso la sua stagione in Formula 3, veloce tanto quanto Logan Sargeant in alcuni momenti, mentre la Haas ha ritrovato dopo il Messico Ollie Bearman al volante della propria monoposto, con il talento della Ferrari Driver Academy sempre più preparato e apprezzato.
Tra questi dieci probabilmente si legge il nome di chi un giorno sarà a combattere con Leclerc, Norris e Verstappen, ma per il momento la maggior parte si dovrà accontentare del ruolo marginale che finora ha avuto. Infatti la griglia della Formula 1 consente solo a venti piloti di scendere in pista e le tipologie di contratto dei piloti attuali ne vedono la maggior parte blindata per i prossimi tre anni almeno. Felipe Drugovich è forse quello che, ad oggi, ha più chance di tutti data la posizione incerta di Lance Stroll, sempre meno competitivo in Formula 1, ma anche lui dovrà attendere almeno la stagione del 2025. Dall’equazione si possono invece togliere O’Ward e Dennis, decisamente impegnati nei loro principali campionati e non intenzionati, almeno apparentemente, allo switch in Formula 1. Si parla molto anche di Robert Shwartzman, da tempo in realtà, ma effettivamente non ci sono mai state occasioni in cui il russo, che corre con licenza israeliana, sia stato davvero vicino alla firma di un contratto.
A ricordarci quanto in Formula 1 insieme al talento serve anche di essere nel posto giusto al momento giusto ci ha pensato questa sessione di prove libere, piena di giovani talentuosissimi ma che dovranno lavorare in modo da trovarsi nella situazione perfetta una volta che toccherà a loro. Basta vedere Oscar Piastri, che nonostante abbia vinto la Formula 2 nel 2021 ha dovuto aspettare un anno prima di debuttare in Formula 1, o lo stesso Felipe Drugovich che nemmeno al secondo anno di attesa ha trovato spazio nel “mondo dei grandi”. Guardando il lato positivo invece questo dimostra quanto talento ci sia nel motorsport e quanto abbia ancora da regalare questo mondo; se non sarà in Formula 1, per questi giovani ci sarà spazio nelle mille altre categorie che si stanno dimostrando sempre più competitive, tanto quanto il Mondiale per eccellenza.