All’inizio del weekend sarebbe stato praticamente impossibile pronosticare un epilogo così apprezzato del Gran Premio di Las Vegas. Agli occhi di chi la Formula 1 la conosce da tempo sembrava tutta fuffa quella sul tracciato e poca serietà e voglia di conoscere davvero quello che è il motorsport. Dalla pista inagibile nella prima sessione alle stravaganti attività intorno al circuito, Las Vegas ha accolto il paddock a braccia aperte ma senza rinunciare a tutto il suo lusso ordinario, cercando di modificare a suo modo la Formula 1 e riuscendoci almeno dal punto di vista esterno a ciò che succede in pista. Serviva quindi una gara tanto iconica e divertente, che riaccendesse lo spirito puro degli appassionati di motori, per rubare la scena a tutto lo spettacolo che si era creato intorno, qualcosa che lasciasse così a bocca aperta da dimenticarsi di essere, effettivamente, in uno dei weekend più controversi del campionato. Con la lotta per la vittoria di Verstappen e Leclerc - insieme a Perez terzo incomodo sul finale - e la pista che ha sembrato riaccendere qualcosa dentro alle monoposto di questa stagione, che i piloti hanno potuto sfruttare al massimo inventandosi sorpassi dove sembrava impossibile, la Formula 1 può dire di aver compiuto la sua missione, mettendo un punto al weekend di Las Vegas con la maggior parte del suo pubblico contento dell’esito della gara.
La vittoria di Verstappen lottata fino agli ultimi pochi giri con Leclerc ha sicuramente incantato tutti quanti, ma ci sono stati anche molti altri protagonisti a Sin City che no, non si sono giocati la vittoria ma, nei momenti più tranquilli in cima alla classifica, non hanno lasciato spazio alla noia. I cosiddetti “piloti da midfield”, che spesso vengono lasciati in secondo piano, a Las Vegas hanno trovato il loro momento per brillare tanto quanto chi sta davanti, a partire da Ocon e Gasly, che con le loro Alpine hanno avuto un passo incredibile per tutto il gran premio, per arrivare all’ultimo arrivato in griglia Oscar Piastri, partito in fondo e arrivato in cima, passando da Lance Stroll, che sembra avere la giusta carica per chiudere una delle stagioni più difficili con il piede giusto, e le Williams, partite dalla terza fila e protagoniste di battaglie fino all’ultima curva.
Pierre Gasly aveva già fatto sorridere la sua squadra in qualifica, portandosi a casa un incredibile quarto posto che poi ha tenuto per tutta la prima parte di gara, chiudendo giusto fuori dai punti undicesimo. È stato un gran premio che però può ricordare come positivo perché lo ha visto protagonista, soprattutto nelle prime tornate dove il suo passo sembrava superiore a quello di George Russell a cui ha provato a strappare la terza posizione. La stagione del francese al debutto in Alpine non è stata delle migliori, complice anche la monoposto mai al top del top, e in vista dell’ultimo round di Abu Dhabi la performance di Las Vegas motiva e non poco Gasly. Il suo compagno di squadra invece ha fatto già parecchio parlare di sé in questo 2023, nel bene e nel male, perché nella maggior parte delle gare è stato uno dei piloti più attivi, con uno spirito d’impresa incredibile che lo ha visto provare sorpassi in praticamente tutti i punti più difficili di tutti i circuiti dove la Formula 1 è passata quest’anno. Con Liberty Media che cerca sempre più show nel motorsport, Esteban Ocon è il perfetto showman perché attivissimo, veloce e caotico al punto giusto. Las Vegas lo ha visto partire dalle retrovie e chiudere quarto in una rimonta studiata e precisa del francese. Ad Abu Dhabi l’Alpine arriva sesta in campionato, con troppi punti mancanti per raggiungere la Top 5, ma con due dei piloti più competitivi del campionato se in situazioni come quelle di Las Vegas.
La stessa linea l’ha seguita Oscar Piastri che, dopo il disastro di entrambe le McLaren in qualifica, relegate al Q1 indietrissimo in griglia, è riuscito a rimontare fino alla quarta posizione. La strategia dell’australiano però lo vedeva con due set di gomme hard montati di fila, quindi con ancora un pitstop da effettuare, vista la regola che caratterizza le soste in Formula 1 e obbliga i piloti a differenziare la mescola di pneumatici durante la gara, che lo ha fatto scivolare decimo in classifica. Nonostante ciò, quello che il giovane pilota della McLaren ha saputo fare tra le strade di Las Vegas è stato a dir poco stupefacente in qualità di rookie e svantaggiato dalla sua posizione di partenza. Dopo aver vinto per la prima volta in Qatar, nella sprint race, Piastri si è dimostrato ancora un campione del futuro con una ripartenza dopo la Safety car che gli ha permesso di guadagnarsi una bella manciata di posizioni per stare all’interno della Top 10. Peccato per l’incidente del compagno di squadra, Lando Norris, perché altrimenti la McLaren avrebbe avuto un altro alfiere a Sin City in grado di portare a casa dei bei punti - importantissimi in vista dell’ultima gara per difendersi da Aston Martin.
Chi altro ha stupito una volta sotto la bandiera a scacchi è stato Lance Stroll, forse il pilota con la stagione 2023 più difficile di tutti. Dall’infortunio a inizio stagione alle sfortune in corso d’opera, passando per il difficile confronto con Fernando Alonso per concludere con le voci di mercato che lo vogliono fuori dalla griglia del prossimo anno, il figlio del team manager dell’Aston Martin non ha avuto vita facile fuori dall’abitacolo. Al volante invece, nonostante la poca performance generale, Stroll si è dato da fare in questa ultima parte di stagione, forse per tenersi aggrappato al sedile su cui legge già il nome di qualcun altro - e se non sarà nel 2024, la sostituzione arriverà nel 2025. A Las Vegas la sua Aston Martin è stata nuovamente capace di finire in Top 5 come in Brasile, per andare verso Abu Dhabi con un quarto di motivazione in più. In Williams invece Albon, un altro dei grandi piloti della stagione, e Sargeant, l’eroe di casa, hanno regalato una terza fila inedita alla scuderia di Grove che purtroppo non porta a casa punti, ma la soddisfazione di averci provato con entrambi i suoi alfieri impegnati nella lotta.
A Las Vegas era tutto da scrivere sull’asfalto, non c’erano leggende dal passato - o meglio sì, ma su configurazioni del tracciato diverse e di moltissimi anni fà - o favoriti al 100%. Quello che la Formula 1 ha visto tra le strade di Sin City è quasi da incorniciare, perché una gara così attiva non si vedeva da un po’ di tempo e, soprattutto, non ci si aspettava sul circuito cittadino a pochi passi dal deserto americano. Nonostante il preambolo del weekend, l’esito è stato promosso quasi a pieni voti e, tutto sommato, alzarsi prestissimo per gli europei e andare a dormire nel cuore della notte per gli americani non è stato uno sforzo sprecato. Quindi viva Las Vegas e chi, da tutti quei lustrini, è riuscito a concentrarsi sulle scintille vere, su quello che doveva brillare di più di tutto il resto, e ha trovato il modo di divertirsi e far divertire tutta Sin City.