Andrea Dovizioso è tornato in MotoGP in maniera imprevedibile. Perché è tornato dopo il lungo corteggiamento con Aprilia, a fine stagione e dopo quasi un anno di stop, oltretutto su di una moto che - quando a guidarla era Morbidelli - è stata più volte battezzata “da museo”. Nonostante tutte le attenuanti del caso però, i risultati del forlivese sono comunque sotto le aspettative. Al momento Andrea ha ottenuto un 21° posto a Misano 1 e due 13° posti tra Austin e Misano 2, mentre a Portimaõ le cose si sono fatte ancora più difficili: 19° nelle FP1, 22° e ultimo nelle FP2, 20° in FP3 ed FP4 e 21° al termine delle qualifiche.
Andrea ha commentato così il suo primo weekend in Portogallo in questo 2021: “Come posizione malissimo, ma siamo riusciti a migliorare stamattina il feeling e riesco a frenare un pochettino meglio - ha raccontato ai microfoni di Sky - sono riuscito ad avere il passo per stare attaccato al gruppo, però è difficile pensare di recuperare o guadagnare posizioni. Vediamo, è una pista particolare, l’obiettivo è fare dei punti e imparare. In questo weekend in condizioni un po’ strane siamo riusciti a capire certe cose. Per esempio come devo frenare io, rispetto a come sono abituato, però è un po’ complicato da fare”.
Questo finale di stagione, Dovizioso non l’ha mai nascosto, servirà come un test in ottica 2022, a partire dai test di Jerez de la Frontera in programma il 17 e 18 novembre: “Facciamo sempre passi avanti, anche quando non siamo messi benissimo come posizione. Succedono cose nuove che non ti aspetti ed è tutto positivo, meglio provare quest’anno… Anche se so che con questa moto è difficile devo cercare di adattarmi il più possibile e la mia stagione partirà dai test di Jerez, speriamo in buone condizioni atmosferiche per fare due giorni pieni e schiarirci un po’ le idee”. Ha concluso.
La verità è che il prossimo anno Andrea avrà una moto più competitiva e maggior esperienza con Yamaha, ma in questo momento è difficile pensare che possa lottare per la vittoria. L’arrivo di Darryn Binder poi, a ben vedere, potrebbe rendere le cose ancora più complicate: non avere un compagno di squadra con cui confrontare i dati e spingersi a vicenda (oltretutto le moto saranno diverse) rischia di essere demotivante. Dovizioso però è ancora un pilota veloce e l'anno prossimo, quando sarà il decano della MotoGP, vorrà dimostrare di essere tornato per vincere.