Casey Stoner è tornato nel paddock della MotoGP a tre anni dall’ultima volta, sfruttando la riapertura delle frontiere australiane per “ristabilire delle relazioni e parlare con alcune persone”, persone - a giudicare dalle foto - del Team Ducati. D’altronde l’ultima volta che Casey è salito su di una MotoGP è stato proprio in qualità di tester con la squadra di Borgo Panigale, in un rapporto di amore e odio che potrebbe rinascere ancora una volta. Stoner, durante una conferenza stampa nel venerdì di Portimaõ, ha infatti detto chiaramente che tutto sommato non gli dispiacerebbe tornare nel paddock a tempo pieno: “Sì, è qualcosa che avrei voluto fare dopo il ritiro, ne ho parlato con mia moglie ma non è facile, bisogna viaggiare tanto. Credo però di avere ancora tanto da dare, so tante cose. Avessi avuto io un aiuto di questo tipo in carriera, mi avrebbe salvato da tante situazioni”.
Parole che non sono sfuggite ai piloti del team ufficiale, i quali non aspettano altro in vista della stagione 2022: “Lo vorrei come coach nel 2022, ha ragione Jack: noi saremmo disposti a ridurci l’ingaggio - ha dichiarato Pecco Bagnaia - Anche perché non sarebbe un coach qualunque, ma Stoner: l’unico campione del mondo con la Ducati”. Un primo assaggio di questa collaborazione i piloti l’hanno già avuto: “Oggi Casey ci ha fatto un po’ da coach in questa giornata di prove, è andato a bordo pista per osservarci ed è stato bellissimo avere un punto di vista come il suo. Nel pomeriggio ha notato cose interessanti, per esempio che con il vento noi facciamo più fatica”. Ha concluso Bagnaia.
La sensazione (ma niente di più) è che Ducati potrebbe pensarci davvero. Oltre al clamoroso ritorno d’immagine già sperimentato in passato, le indicazioni di un fuoriclasse restano merce preziosa in una MotoGP così selettiva, in cui le prime dieci posizioni sono spesso racchiuse in meno di un secondo.