Nel mondiale 2021 la Honda ha conquistato con i suoi piloti 402 punti. Pochi per il marchio che da sempre è riferimento nelle corse in moto e ancora di meno se si considera che di questi 402 punti, più di un terzo ne ha conquistato Marc Marquez da solo. Non il solito Marc Marquez, ma quello che da ormai più di un anno e mezzo fa i conti con l’infortunio alla spalla e, adesso, anche con i problemi all’occhio. Per lui la stagione 2021 è cominciata in ritardo ed è anche finita prima del tempo, con quattro gran premi all’attivo in meno degli altri piloti Honda, ma mezzo Marquez è bastato per fare il lavoro di tutti gli altri. Basta pensare, infatti, che il fratello Alex, Takaaki Nagakami, Stefan Bradl e Pol Espargarò hanno conquistato, tutti insieme, solo 260 punti. Che cosa significa? Significa che solo il fenomeno di Cervera è in grado di far andare forte la RC213V e per Honda non è una bella notizia. Soprattutto dal punto di vista del marketing.
Lo ha ammesso anche Alberto Puig che, in recenti dichiarazioni, ha affermato che gli ingegneri giapponesi stanno lavorando tantissimo per portare in pista, già ai test di Sepang, una moto totalmente rivoluzionata. L’obiettivo è quello di sviluppare un prototipo che risulti meno aggressivo sulle gomme, soprattutto al posteriore, e che sia più facile da guidare, senza costringere i piloti a funamboliche staccate. Anche Marc Marquez, da quando fa i conti con i noti problemi fisici, sembra aver indirizzato lo sviluppo in questa direzione, ma adesso c’è il grande punto interrogativo sul lavoro che l’otto volte campione del mondo potrà effettivamente fare a Sepang. Ci sarà? Al momento è opinione comune che Marc Marquez non riuscirà ad esserci, ma non è escluso che il nuovo controllo a cui si sottoporrà alla fine di questo mese potrebbe nuovamente rivoluzionare gli scenari.
E’ una Honda Marquez dipendente e persino Casey Stoner nei giorni scorsi ha voluto mettere in guardia quelli dell’Ala Dorata. “Puntare tutto su un pilota è un errore – ha detto l’australiano – Ducati lo fece ai miei tempi con me e, poi, non ha più vinto ed ha impiegato molti anni prima di tornare competitiva”. Nel caso di Honda c’è la giustificazione, probabilmente, che i piloti dietro a Marc Marquez non sono di primissimo livello, ma è chiaro a questo punto che la politica non potrà più essere solo quella di aspettare il ritorno dell’otto volte campione del mondo. Che non significa, sia inteso, che Marc Marquez non tornerà, ma semplicemente che, aspettando il suo ritorno, bisognerà affiancargli un pilota capace di guidare anche sopra ai problemi e di aiutare gli ingegneri a sviluppare una moto più totale. Il nome, ormai lo sanno tutti, è quello di Fabio Quartararo e i primi contatti con il francese ci sono già stati, ma c’è anche un piano b che risponde al nome di Joan Mir.