Il presidente del Monza, Silvio Berlusconi, era stato categorico nei suoi dettami pre-mercato: niente giocatori tatuati o con orecchini, capelli in ordine, tutti italiani. Parola d’ordine: sobrietà.
Quindi ecco arrivare il ghanese (con cittadinanza tedesca) Kevin Prince Boateng: quella che arriva prima a dire il vero è la sua cresta modello 16enne, seguono circa 50 tatuaggi che spaziano da celebrazioni della sua terra d’origine a dichiarazioni d’amore eterno alla moglie, showgirl ed ex velina di Striscia la Notizia, fino ad arrivare alla trascrizione di un paio di numeri di telefono e raccomandazioni del quotidiano, tipo: i capi colorati in cotone si lavano al massimo a 60 gradi.
Ma Boateng è uno di quei giocatori fuori da logiche restrittive e assetti iper-disciplinati, forte anche di un’esperienza internazionale che l’ha fatto passare per i migliori club al mondo, dal Milan al Barcellona, dal Borussia Dortmund al Tottenham. Star dei social, ha al suo fianco la soubrette Melissa Satta, conferendo al Monza di Cristian Brocchi una dimensione ancora più illustre e attenzionata, inserendolo di diritto in un palcoscenico di serie A.
Ma non è certo solo il prestigio di Boateng, del suo seguito familiare e di carriera a far sognare i tifosi biancorossi, che hanno tutto il diritto di pensare in grande a ormai poche ore dall’esordio in campionato, di scena contro la Spal tra le mura amiche dello U-Power Stadium.
L’attuale rosa del Monza vanta svariati nazionali di oggi e di ieri, veterani della serie A del calibro di Bellusci e Paletta, gli ex-cantera Milan come Sampirisi, il portiere ex Bayern Leverkusen Giulio Donati, l’ex Parma Antonino Barillà o lo storico metronomo del centrocampo del miglior Chievo Nicola Rigoni. A tutto questo si aggiunga la classe e l’esperienza di Boateng, e non sembra azzardato affermare che siamo di fronte a un organico che può dirsi nettamente al di sopra degli attuali standard della serie cadetta.
A chiarire i tratti di un fanta-mercato che potrebbe portare il neo-promosso Monza a compiere il doppio salto, ecco il deus-ex-machina Adriano Galliani, che ha evidenziato come le sue origini monzesi si siano rivelate cruciali nel muovere e motivare il lavoro quotidiano, agevolato poi da 31 anni di esperienza in palcoscenici calcistici di vertice:
“Sono nato e cresciuto a Monza, tifo questi colori da quanto ero bambino e ho iniziato la mia carriera proprio nei primi 10 anni in questa società, che mi hanno poi permesso di arrivare al Milan: tutto è iniziato a Monza e tutto deve finire a Monza. Ma è la nostra proprietà che può fare la differenza: 31 anni di Milan sono determinanti e decisivi per quello che è stato fatto a Monza questa estate. La squadra è molto importante, può competere per la A, ma il campionato è molto difficile, specie perché chi è retrocesso dalla A ha mantenuto la stessa ossatura della massima serie”.