image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Cronaca Nera
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Sport

Ecco perché Nadal
è nell’Olimpo dello sport
(di ogni epoca)

  • di Massimiliano Macaluso Massimiliano Macaluso

12 ottobre 2020

Ecco perché Nadal è nell’Olimpo dello sport (di ogni epoca)
Con il successo al Roland Garros, il tredicesimo a Parigi della sua carriera, lo spagnolo in dieci anni ha rimontato lo svizzero Federer raggiungendolo a quota 20 major. Ma il futuro è ancora tutto da scrivere

di Massimiliano Macaluso Massimiliano Macaluso

Tra i tanti commenti letti qua e là subito dopo la vittoria di ieri mi ha colpito un tweet che dice molto del rapporto tra Rafael Nadal e la terra rossa del Roland Garros: possono cambiare le date e le condizioni climatiche, possono togliere il tifo del pubblico, possono perfino chiudere il tetto rendendo di fatto la finale un match indoor, possono cambiare le palline che tanto lo avevano fatto arrabbiare durante i primi turni, ma una sola cosa non si può cambiare: il vincitore.

Nel giorno in cui Hamilton ha raggiunto il numero di successi di Michael Schumacher e i Los Angeles Lakers hanno pareggiato i titoli dei Boston Celtics, il tennista spagnolo ha voluto ribadire ancora una volta, qualora ce ne fosse bisogno, che il suo nome va ricompreso tra i più grandi sportivi di ogni epoca, e non solo all’interno dell’universo del tennis. E noi, fortunati a poter godere delle sue imprese.

Visualizza questo post su Instagram

Merci Paris!!! Merci a tous!!!! 🎾 #Vamos 😉

Un post condiviso da Rafa Nadal (@rafaelnadal) in data: 12 Ott 2020 alle ore 1:00 PDT

Lo ha scritto perfino Aldo Cazzullo sul Corsera, lo abbiamo iniziato a pensare un po’ tutti vedendolo vincere titolo dopo titolo, anno dopo anno, passando dalla terra rossa al cemento e all’erba: Rafael Nadal va considerato uno dei più grandi di tutti i tempi se non altro per il modo in cui rifiuta la sconfitta e per la sua fame incessante di vittorie. Se già raggiungere quota 10 titoli a Parigi era da ritenersi un traguardo inimmaginabile, visto il bottino di Borg fermo a 6 successi, lo stesso può dirsi di quello di 20 tornei del Grande Slam (13 Roland Garros + 4 US Open + 2 Wimbledon + 1 Australian Open), un privilegio che da ieri pomeriggio Nadal condivide con l’eterno rivale e amico Roger Federer (che ieri, post successo, gli ha dedicato un bellissimo post), Serena Williams e Steffi Graf, e che probabilmente riuscirà a perfezionare ancora.

pic.twitter.com/TzQhBeuwML

— Roger Federer (@rogerfederer) October 11, 2020

Anche perché a 34 anni già compiuti Rafael Nadal è sembrato in palla più che mai, capace di dominare il numero 1 del mondo ancora imbattuto nel 2020 Novak Djokovic al quale ha concesso appena 7 games complessivi nel 6-0 6-2 7-5 finale, un punteggio che inevitabilmente passerà alla storia per la sua ‘cattiveria’. Ecco, se forse c’è qualcosa che ci ha sorpreso davvero della finale è stato proprio il modo in cui il maiorchino è riuscito a sovrastare il serbo sul piano della concentrazione, delle soluzioni e della varietà del gioco, della prontezza e della freschezza atletica, mostrandosi spietato e implacabile su ogni palla, a tutti gli effetti ingiocabile. D’altronde i numeri non mentono mai, a riprova di quanto appena sottolineato: Nadal non ha perso nemmeno un set in tutto il torneo, anche grazie ad un calendario parzialmente benevolo (in ordine sono caduti Gerasimov, McDonald, Travaglia, Korda, Sinner e Schwartzman prima di Djokovic) e può vantare di essere il primo tennista della storia ad aver vinto 100 match a Parigi, con appena due sconfitte. Sì, avete capito bene, solo 2 in 16 apparizioni.

20201012 124916453 1119
Rafa Nadal

Eppure, questa volta c’era chi non considerava lo spagnolo il favorito numero uno del torneo: la lunga assenza dai campi, lo stato fisico tutto da valutare, la recente sconfitta di Roma proprio contro Schwartzman e la presenza di Djokovic e Thiem da fronteggiare rendevano il percorso di Nadal tutto da verificare. E qui sta la grandezza del campione che fa sembrare tutto normale, che aveva messo nel mirino l’ennesimo trionfo e ha tremato solamente nel corso dei primi due set nei quarti di finale contro il nostro Sinner (a proposito, che peccato!), rendendo gli altri match dei semplici allenamenti funzionali per trovare la condizione perfetta, proprio in finale. E mentre tutti si chiedono se è davvero il caso di intitolargli direttamente il torneo, visto quanto feeling reciproca si è creato da quando si presentò appena diciannovenne in pinocchietti bianchi e smanicato verde per aprire la tradizione vincente, Rafa probabilmente salterà le Finals di fine anno, e non chiuderà l’anno in prima posizione. Ma poco importa, tra 224 giorni sarà già tempo di provare a vincere un altro Roland Garros.

Vedi anche

Ok, ma chi è Jannik Sinner: la stella italiana che scriverà la storia del nostro tennis?

Vedi anche

Novak Djokovic potrebbe ricascarci

Tag

  • Rafa Nadal
  • Roland Garros
  • Tennis

Top Stories

  • Imane Khelif maschio biologico? Dopo il test del dna le pugili olimpiche si rivoltano. Chelsey Heijnen sbotta: “Avrei potuto vincere un titolo mondiale, ma…”

    di Riccardo Canaletti

    Imane Khelif maschio biologico? Dopo il test del dna le pugili olimpiche si rivoltano. Chelsey Heijnen sbotta: “Avrei potuto vincere un titolo mondiale, ma…”
  • Questa Ferrari (con Leclerc, ma pure Hamilton) sta diventando una certezza. Il motivo? Finalmente si cominciano a imbroccare le strategie. Perché a vedere la gara del Montmelò...

    di Luca Vaccaro

    Questa Ferrari (con Leclerc, ma pure Hamilton) sta diventando una certezza. Il motivo? Finalmente si cominciano a imbroccare le strategie. Perché a vedere la gara del Montmelò...
  • LA BOMBA di John McEnroe: c’è un giocatore che dovrebbe essere alla pari di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz e no, non è Musetti

    di Giulia Sorrentino

    LA BOMBA di John McEnroe: c’è un giocatore che dovrebbe essere alla pari di Jannik Sinner e Carlos Alcaraz e no, non è Musetti
  • Imane Khelif (un maschio biologico?) sospesa da tutte le gare dopo il referto? Ma perché non fa un nuovo test del dna? E cosa succederà con l’oro delle Olimpiadi vinto a Parigi 2024?

    di Riccardo Canaletti

    Imane Khelif (un maschio biologico?) sospesa da tutte le gare dopo il referto? Ma perché non fa un nuovo test del dna? E cosa succederà con l’oro delle Olimpiadi vinto a Parigi 2024?
  • Hamilton, Ferrari, Terruzzi e la fine della magia: “Lewis vorrebbe scappare”. E se Verstappen è ancora superman in Formula 1, il compagno di Leclerc “ha perso i super poteri”? “Quando ti infila Hulkenberg...”

    di Domenico Agrizzi

    Hamilton, Ferrari, Terruzzi e la fine della magia: “Lewis vorrebbe scappare”. E se Verstappen è ancora superman in Formula 1, il compagno di Leclerc “ha perso i super poteri”? “Quando ti infila Hulkenberg...”
  • La MotoGP ad Aragon è tutta in Marc Marquez che manda a fare in c*lo i giochini della Dorna: per quello che ha fatto, ma anche per come si è imposto

    di Cosimo Curatola

    La MotoGP ad Aragon è tutta in Marc Marquez che manda a fare in c*lo i giochini della Dorna: per quello che ha fatto, ma anche per come si è imposto

di Massimiliano Macaluso Massimiliano Macaluso

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Chi siamo noi per dire che Hamilton non si merita il casco di Schumacher?

di Giulia Toninelli

Chi siamo noi per dire che Hamilton non si merita il casco di Schumacher?
Next Next

Chi siamo noi per dire che Hamilton non si merita il casco di...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy