Lo scorso 6 settembre il tennista numero uno al mondo, Novak Djokovic, colpisce una giudice di linea alla gola con la pallina in seguito a un gesto di stizza per aver appena perso un game. Un gesto che dà vita all’immediata squalifica dallo US Open, quarto torneo del Grande Slam di scena ogni anno a Flushing Meadows, New York, e mette fuori gioco Djokovic dalla possibile vittoria dello Slam.
Nei giorni successivi, prevale la linea del silenzio per il campione serbo, dopo aver comunque fatto il possibile sul campo per soccorrere la giudice ed evidenziare l’involontarietà del tutto.
Poi, nello scenario del Foro Italico, finalmente le prime spiegazioni approfondite sull’accaduto.
Scuse? Mortificazione? Mea culpa? No se ti chiami Novak Djokovic, che è anzi stato molto chiaro in particolare su un punto: “Non posso promettere che non accadrà più”:
“Tutto mi servirà da lezione, e ora continuo a lavorare per offrire la migliore versione di me, a livello sia mentale che fisico. Non posso promettere che non accadrà più, ma farò il massimo. Gestire le emozioni è stato sempre un aspetto importante nella mia carriera, so di non essere perfetto e avere dei difetti. Adesso però penso solo ad andare avanti, a superare quanto successo”, queste le parole di Djokovic durante la conferenza stampa di ieri nella capitale.
Il 17 volte vincitore del Grande Slam ha evidenziato di aver fatto il possibile per prestare soccorso alla giudice di linea, Laura Clark, così da assicurarsi che stesse bene e al contempo chiarire la mancanza di intenzionalità del suo gesto. Si è inoltre detto “scosso” da tutta la faccenda, che ha preferito definire una “situazione imponderabile”, piuttosto che spendersi in un vero mea culpa:
“Si è parlato tanto di New York, della correttezza o meno della squalifica: io l’ho accettata e non la dimenticherò facilmente. Si è trattato ovviamente di un gesto involontario, ma è anche chiaro che se tiri la palla nell’area in cui staziona (la giudice) devi mettere in conto di poterla colpire. È una situazione imponderabile, che può capitare a chiunque. Dopo quello che è successo ho parlato con la giudice di linea, Laura Clark: per fortuna stava bene ma io continuavo a essere molto dispiaciuto. Di certo quanto successo allo US Open mi ha scosso, anche perché mi sentivo in ottima forma sul campo”, ha spiegato il tennista serbo.
In realtà, le scuse di Djokovic erano arrivate poche ore dopo la squalifica, tramite social network. Ma anche prima dell'incidente l'aggressività del serbo era trasparita: aveva colpito con violenza una pallina contro i cartelloni pubblicitari nel corso dei primi game.
Su quanto accaduto ha detto la sua anche Rafael Nadal, che ha scelto di non difendere il titolo degli US Open a New York, e giocherà il suo primo torneo dalla fine dello scorso febbraio proprio a Roma.
Per lo spagnolo Djokovic è stato più che altro sfortunato, anche se definisce le conseguenze di quanto successo piuttosto “prevedibili”:
“Sono dispiaciuto per Novak, aveva una buona opportunità a New York. Ma è anche vero che non si dovrebbe mai fare quello che lui ha fatto, è importante avere il giusto autocontrollo in campo perché, altrimenti, possono poi essere queste le prevedibili conseguenze”, ha dichiarato Rafa Nadal.