C'è un clima pesante questo weekend in Formula 1. Il circus è arrivato a Jeddah nonostante la preoccupazione, nelle ultime settimane, causata dall'intensificarsi degli attacchi delle milizie Houthi, movimento sostenuto dall’Iran che controlla parte dello Yemen, ma le cose - già a partire dal venerdì di prove libere - sono diventare complesse.
Un attacco terroristico ha infatti colpito, proprio mentre i piloti di F1 stavano girando nel corso della prima sessione di prove libere, uno stabilimento di Aramco a poche decine di chilometri dalla pista di Jeddah. Le immagini spaventose, unite alla preoccupazione di piloti e addetti ai lavori, hanno portato il circus a interrogarsi sulla scelta di correre o meno il Gran Premio dell'Arabia Saudita. Dopo ore di meeting e - stando a quanto riportato dalla BBC - anche da alcune pressioni fatte dal governo sui piloti, che avrebbero preferito lasciare il paese, la Formula 1 ha confermato il regolare svolgimento delle attività in pista per tutto il weekend di gara.
In questo clima di tensione, preoccupazione e delusione da parte dei tifosi, il consulente della Red Bull Helmut Marko non perde la propria ironia e - ai microfoni di Sky Germania - si lascia scappare una battuta non particol
armente apprezzata dagli appassionati. Quando a Marko viene chiesto quale sia il clima nel box dei suoi piloti Red Bull, il campione del mondo in carica Max Verstappen e il messicano Sergio Perez, il consulente risponde che da una parte l'olandese appare molto tranquillo e non preoccupato dagli attacchi terroristici che stanno scuotendo l'Arabia Saudita, mentre Perez avrebbe subito più il colpo, mostrandosi agitato dalla situazione: "Non ce ne siamo accorti subito. Max ha detto alla radio che pensava che la macchina fosse in fiamme, perché sentiva un odore molto intenso di fumo. Abbiamo controllato i dati ma non abbiamo trovato nulla, ma lui ha sentito il fumo dell’esplosione. In seguito siamo stati informati di un drone partito dallo Yemen, che non è stato intercettato dal sistema di difesa saudita, che ha portato all’attacco. Credo che la data sia stata pianificata a causa della pubblicità del circus".
Da qui la battuta poco apprezzata di Marko, che ha proseguito: "Max non ha paura, Perez è un po’ scosso. Ma se vivi a Città del Messico, non è molto più sicuro. Ma abbiamo avuto la pandemia, la guerra in Europa e ora un attacco missilistico a 20 chilometri da noi. Non è né normale, né piacevole".