La scuderia Ferrari non ha potuto prendere parte al meeting organizzato dalla Formula 1 per discutere le regole sui nuovi propulsori nella classe regina del motorsport a partire dal 2026. Anno di grande cambiamento per il circus che vedrà l'ingresso di Audi come nuova scuderia, e come nuova motorizzazione, e un cambiamento radicale per Red Bull, che da quella stagione avrà - per la prima volta nella sua storia - una motorizzazione interna.
Proprio il caso Red Bull ha fatto, negli scorsi mesi, infuriare Ferrari, che non troverebbe giusto ritenere la scuderia del toro una "new entry" come Audi, perché l'ingresso di nuove motorizzazioni comporta una serie di agevolazioni per le scuderie, compresi test aggiuntivi che - secondo la scuderia di Maranello - non andrebbero garantiti a Red Bull, in quanto effettivamente scuderia già presente in Formula 1 che ha, tra le altre cose, goduto in queste stagioni di una speciale collaborazione con Honda, fondamentale all'avvicinamento al 2026, anno in cui appunto prenderà il via da sola con i nuovi propulsori. Non ha quindi secondo Ferrari senso paragonare l'ingresso di una nuova squadra come Audi alla situazione di Red Bull e proprio per questo motivo la squadra italiana ha deciso di protestare in modo forte e deciso.
Una decisione che però in qualche misura si è ritorna contro la stessa squadra di Maranello: il team italiano ha scelto di attendere per confermare la partecipazione al campionato di Formula 1 del 2026, non ufficializzando quindi la propria iscrizione alla massima serie entro il termine dello scorso novembre dettato dalla FIA, al contrario di quanto fatto da Red Bull, Audi, Alpine e Mercedes. Questa mancata iscrizione ha portato all'esclusione della Ferrari dal meeting sui nuovi propulsori, un incontro importante per definire i dettagli che proprio la squadra di Maranello avrebbe voluto definire.