C'è una bellissima foto che raffigura due cugini felici nel parco chiuso di Le Mans. Sono Pablo e Fonsi Nieto. Il primo, Team Manager di Mooney VR46, tiene stretta una tabella con un numero uno bianco su fondo nero. Fonsi, Direttore Sportivo di Ducati Pramac, fa la stessa cosa con altre due tabelle targate Michelin, al centro delle quali campeggiano rispettivamente il numero due e il tre. Sorridono, entrambi. Pablo grazie a Marco Bezzecchi ha appena siglato la seconda vittoria stagionale, Johann Zarco e Jorge Martin - piloti di Fonsi - sono saliti sul podio assieme a lui. Il Team Ducati Mooney VR46 e il Team Ducati Prima Pramac Racing, in poche parole, comandano la classifica a squadre della MotoGP. Leader di un campionato in cui - ad oggi - KTM, Ducati, Aprilia, Yamaha, tutti gli ufficiali insomma, sono staccati.
Il doppio podio del Team Pramac a Le Mans è arrivato alla fine di un weekend in cui i piloti e le Desmosedici di Paolo Campinoti sono sempre stati competitivi. Al sabato, in fuga solitaria, Jorge Martin si era aggiudicato la Sprint Race. Johann Zarco - sul tracciato di casa - aveva chiuso in top six. Nella gara tradizionale della domenica, invece, i piloti della squadra toscana si sono resi protagonisti di una prestazione praticamente impeccabile: Jorge ha tenuto i nervi saldi durante una battaglia al cardiopalma con Marc Marquez che, scivolato a due giri dal termine nel tentativo di controsorpasso sul connazionale, ha lasciato strada libera a Zarco, il più veloce in pista nella fase conclusiva. Fonsi Nieto ha parlato con grande soddisfazione del weekend francese, che ha definitivamente rilanciato le ambizioni di Pramac dopo una stagione cominciata in sordina. Ad aggiungere valore alla prestazione di Jorge, secondo il nipote di Angel Nieto, è stata proprio la condotta di gara di Marc Marquez: "Mi piace come Jorge abbia usato bene la testa con tutto quello che è successo in gara. Stiamo capendo questo nuovo format, soprattutto per quanto riguarda la gestione del sabato, che se non si è attenti rischia di farti perdere il campionato. E lo stesso vale per i primi giri della domenica. Bisogna sempre fare punti, la stagione è lunghissima e ci sono più giri che mai. Bisogna programmare diversamente i fine settimana e l'anno scorso Jorge non era fisicamente in grado di combattere, perché si portava dietro l'infortunio dei due anni precedenti. Ora invece è un Martinator. Ciò gli consente di fare le cose che sta facendo, di essere più tranquillo in sella. Con Marquez è stata una questione di pazienza e sapevamo che sarebbe stata una dura battaglia, perché Márquez è un duro. È stato molto bello da vedere, i due si sono rispettati molto. Quando Marquez è nella lotta, le polemiche si moltiplicano per quanto sia incisivo, ma per noi combattere con un ragazzo come lui è qualcosa di molto bello. Tutti i piloti siano più motivati a vincere contro Marquez. Perché se vinci un battaglia contro Marc ti rimane un buon sapore. Peccato che abbia commesso quell'errore all'ultimo momento, ma quello è Marquez. Non getterà mai la spugna, non cambierà. Se non fosse caduto avrebbe lanciato un contrattacco. I duelli con Marc sono duri".