Per tutta la durata dell'inverno, mentre i motori della MotoGP erano spenti, gente del paddock e addetti ai lavori hanno parlato del futuro di Marc Marquez. Il contratto dell'otto volte campione del mondo con la Honda scadrà nel dicembre 2024 ma, dopo le dichiarazioni piuttosto pungenti di Marc a margine dei test di Valencia 2022, in molti erano pronti a scommettere che il 93 - senza segnali di svolta dal Giappone - avrebbe chiesto la risoluzione anticipata, per intraprendere alla fine di questa stagione il primo cambio di sella della sua carriera in MotoGP. Oggi, archiaviata la quinta gara del Motomondiale 2023, la tendenza sembra essere decisamente cambiata. Perché solo in HRC, al momento, Marquez percepirebbe una somma di denaro compresa tra i quindici e i venti milioni di euro a stagione, offerta che la Casa giapponese potrebbe anche decidere di rinnovare pur di non perdere il suo unico capitano. L'alternativa più plausibile si pensava fosse la KTM: il nuovo manager del 93 è un uomo Red Bull e Mattighofen collabora a stretto contatto con Red Bull (main sponsor della KTM in tutte le competizioni e partner personale di Marquez dai tempi della 125cc).
Nelle ultime settimane, tuttavia, dall'Austria sono arrivate indicazioni ben precise. A fornirle, direttamente su Speedweek (testata di proprietà della Red Bull Media House), il Direttore della KTM Motorsport Pit Beirer e l'Amministratore Delegato del colosso austriaco Stefan Pierer. I due si sono espressi all'unisono: "In questo momento abbiamo sotto contratto quattro piloti molto forti della MotoGP e tra questi un super rookie come Augusto Fernández, che a Le Mans ha fatto registrare uno strepitoso quarto posto. Quindi è un complimento per noi che la gente parli della possibilità che Marc Marquez si unisca alla Red Bull KTM, anche se è fuori discussione. Perché se vince lui, è merito suo. Se perde, sarà a causa della mia moto. Restiamo con i nostri giovani piloti, abbiamo una buona accademia". Parole eloquenti, che non lasciano spazio ad ulteriori congetture. La KTM è felice sia dei suoi piloti ufficiali (Brad Binder e Jack Miller), sia dei piloti del Team satellite GasGas (Augusto Fernandez e Pol Espargaró). In alternativa dispone anche del talento di Pedro Acosta, fiore all'occhiello dell'Academy austriaca.
Non esiste, quindi, spazio per Marquez; non è solo una questione di selle occupate ma anche di filosofia aziendale. Un discorso simile a quello affrontato più volte da Gigi Dall'Igna, Direttore Generale di Ducati Corse, che ha spesso ribadito come Borgo Panigale voglia tener fede al progetto di crescita di piloti giovani e da subito ducatisti. L'opzione Marc Marquez è stata esclusa anche dai programmi Aprilia, con Massimo Rivola che recentemente, per limpidi motivi di budget, ha accantonato l'idea di un'offerta all'otto volte campione del mondo. Yamaha, infine, non è una strada nemmeno lontanamente percorribile per il 93, perché rappresentata nel mondo da Valentino Rossi, fresco ambassador di Iwata. Ecco che Marc Marquez, per forza di cose, resterà in Honda. Non abbandonerà la sella più blasonata del Motomondiale, come fece il Rossi nel 2004. Ai tempi, però, il 46 era richiestissimo. Il Cabroncito, tra infortuni e monte ingaggi, si trova in una situazione ben diversa. Per vederlo con colori diversi dall'arancione Repsol, forse, dovremo aspettare il 2025. Carmelo Ezpeleta ha annunciato che in quella data la MotoGP potrebbe accogliere un nuovo costruttore. KTM, dopo aver rilevato il 25% di MV Agusta, sembra voler riportare il marchio di Varese in top class. Viene difficile pensare che, nell'eventualità, Marc Marquez non si lasci stuzzicare dal sogno di riportare in auge un nome iconico. Quella MV Agusta che, con Giacomo Agostini, ha scritto la storia del motociclismo.