C'è un periodo dell'anno in cui tutto è possibile. In cui non ci sono punti da recuperare, posizioni in classifica da mantenere, problemi di affidabilità da risolvere, gap di prestazioni da colmare. C'è un periodo in cui sono tutti possibili vincitori, tutti sfavoriti e favoriti, cani sciolti su cui si potrebbe, dovrebbe, o vorrebbe puntare. C'è una squadra che ha portato a casa il titolo, certo. C'è il campione in carica. Ma anche lui, come tutti gli altri, torna a zero davanti alla prima griglia di partenza dell'anno che sarà. Ha le scarpette oro, il numero 1 scritto in grande sulla monoposto, ma non è più, ancora, subito, il primo della classe.
C'è un periodo in cui tutti i team possono aver sbagliato progetto, o possono averlo azzeccato senza averne però, fino alla fine, la certezza assoluta. Possono aver trovato la chiave di volta per cambiare l'esito di campionati già scritti prima del via, o aver peccato per difetto, eccesso, troppa foga o troppo poca furbizia. C'è un momento, uno solo, in cui i piloti si sentono rinati, rinvigoriti da una nuova lotta - qualunque essa sia - che gli si pone davanti come un obiettivo da raggiungere, da superare, da sfidare. Un nuovo compagno di squadra, primo avversario con cui confrontarsi, un titolo a cui puntare, da difendere, da ottenere per la prima o ultima volta.
E quel momento ha la forma di un telo sopra ad una monoposto. Uno strato sottile che nasconde la realtà dall'immaginazione, che prende ciò che già c'è - ciò che già è stato fatto, scritto, progettato e realizzato - da quello che solo una volta in pista scopriremo tutti, loro compresi. Una coperta che difende, almeno per poco, l'aspettativa di tutti, il desiderio di ogni tifoso, ogni pilota, ogni singola persona che abbia lavorato a un progetto, ci abbia creduto fino in fondo.
È il periodo più magico dell'anno, quello delle presentazioni di Formula 1. Quando solo il tempo divide le aspettative dai risultati, quando niente è ancora stato scritto o almeno - da sopra a quel telo - tutto per un po' appare possibile. Con i piloti belli, sorridenti, pieni di promesse verso gli altri, verso sé stessi, verso una squadra che ha dato tutto. Quando ancora non si possono raccogliere i frutti del cambiamento, ma già si vedono gli occhi carichi di attese, la speranza che sotto quel telo, nascosta dentro a un progetto a cui si è lavorato senza sosta, ci sia una vittoria, una rinascita, l'alba di un nuovo mondo.