Lo scorso anno Franco Morbidelli ha stupito con tre vittorie e il secondo posto nel mondiale. Eccetto lo spagnolo Joan Mir ha battuto tutti, compreso il compagno di squadra e enfant prodige Fabio Quartararo, oggi leader del mondiale nel team Yamaha factory, mentre lui è costretto a rincorrere con una M1 “museo”. Ma come si riesce a tenere a freno i nervi in una simile situazione di oggettivo svantaggio? Il motto del “Morbido” è "relax". Curioso, per uno che fila a oltre 300 all'ora, ma forse è l’eredità brasiliana lasciata da mamma Cristina a sostenerlo. È un Morbidelli riflessivo e maturo quello che abbiamo incontrato all’indomani del GP di Germania che lo ha visto disastrosamente al 18° posto.
Fatta eccezione di Quartararo, cosa non ha funzionato in casa Yamaha in Germania?
Non posso rispondere perché ho un’altra moto rispetto agli altri. Non so quali siano i loro problemi, conosco i miei. La mia ‘coperta’ è un po' corta e anche al Sachsenring ci abbiamo provato sino alla fine nonostante le difficoltà. Nelle FP4 ero abbastanza veloce, ma poi ho sbagliato la qualifica quando sono caduto. Partendo così indietro è praticamente impossibile sperare di riuscire ad arrivare in posizioni interessanti. Abbiamo provato a fare un setting un po' più aggressivo per la gara, ma non riuscivo ad attaccare nessuno, quindi sono rimasto indietro nel gruppo per tutta la gara.
Come ci si sente a essere 11° a 91 punti dal tuo ex compagno di squadra?
Abbiamo condiviso due anni il box ed è duro vedere Fabio così lontano. Ti metti in discussione, ti domandi se sia il pilota o la moto. Questo non solo con Fabio, anche con gli altri piloti.
Il dubbio può essere un tarlo pericoloso.
Il dubbio fa parte dell’uomo: può essere veleno, ma anche elisir. Io cerco di sfruttarlo come extra motivazione.
Mai messo in discussione il team?
Mai. Ho un bellissimo rapporto con la squadra e hanno la mia piena fiducia.
A proposito di squadra, cosa è cambiato con l’arrivo di Valentino Rossi?
C’è sempre tanto da imparare con Vale. Mi piacerebbe avere la sua capacità di mantenere la positività nei momenti difficili e di superarli. È un atteggiamento che ammiro molto e che non sempre riesco a tenere. Sicuramente sto apprendendo molto da lui ma mi piacerebbe provare la nuova M1, sentire come si guida. Mi piacerebbe salire sulla stessa barca degli altri.
È cambiato qualcosa nel vostro rapporto da quando siete compagni di squadra?
No, solo che adesso ci vediamo di più.
Quanto è dura partire sapendo di avere uno svantaggio?
Nei circuiti con i lunghi rettilinei il gap è evidente soprattutto in termini di velocità di punta dove arriviamo a perdere anche 20 km/h. È frustrante per cui cerco di concentrarmi solo in quello che io posso fare. Analizzando i dati, mi conforta vedere che sto guidando bene, ma non ho nessuna possibilità di superare i miei rivali: se giro da solo posso fare le mie linee, ma con gli altri perdo troppo in molti punti. È una MotoGP di altissimo livello, dove una manciata di decimi fa la differenza.
Tra le richieste per il prossimo anno c’è anche una moto factory?
Assolutamente sì. Anche per il prossimo anno il mio desiderio è continuare con Yamaha.
Come fai a mantenere la calma?
Questo ultimi due anni mi hanno fatto crescere molto. Sono maturato. Ho avuto tanto tempo per pensare, conoscermi meglio e adesso c’è meno caos nella mia testa. C’è un mondo intero nella testa di una persona e io piano piano sto mettendo ordine.
Cosa succede quando sei in sella della tua M1?
Quando guido, il caos sparisce e sono tutt’uno con la moto. È un po’ come fare l’amore.
Che effetto ti ha fatto vedere Vinales con la piccola Nina?
Mi sono commosso. Mi succede quando vedo un mio coetaneo avere tanto coraggio. Con la Franci (la fidanzata, ndr) non ne abbiamo ancora parlato. Sono nella fase in cui mi piacciono tanto i bambini, ma quelli degli altri.
Una gara e poi la pausa estiva: cosa farai?
Con i ragazzi dell’Academy stiamo organizzando una vacanza di qualche giorno. Siamo infatti amici, oltre che piloti. Poi tornerò ad allenarmi. , ma io posso solo pensare a me stesso e fare il meglio che posso con il materiale a disposizione.