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Il caso Maverick Vinales: Assen come un ultimatum

23 giugno 2021

Il caso Maverick Vinales: Assen come un ultimatum
Nel 2020 stava per firmare con Ducati e Yamaha si affrettò a fargli firmare un contratto che lo legasse ad Iwata anche per il 2021 e 2022. Ma l'impressione è che sia il pilota sia Yamaha, oggi, stiano maledicendo quel giorno e non è del tutto escluso che la storia tra i due possa finire prima del tempo. Per Vinales il GP d'Olanda ad Assen è una sorta di esame da dentro o fuori, visto che in passato su quella pista ha già fatto bene...

Nel 2020 si sono affrettati a prolungargli di altri due anni, più quello che era appena iniziato, il contratto per evitare che finisse in Ducati, ma oggi l’impressione è che Yamaha stia maledicendo quel giorno. Perché Maverick Vinales non ha mai trovato la costanza che invece è necessaria a uno che vuole diventare campione del mondo e, adesso, si lascia andare anche troppo spesso ad atteggiamenti di nervosismo verso la squadra e il marchio che porta in pista.

Alterna prestazioni entusiasmanti a comparsate in pista come se in lui vivessero due piloti: uno capace di vincere con ampio margine su tutti e l’altro demotivato e particolarmente irascibile. Cambiare aria, probabilmente, farebbe bene a lui e farebbe bene a Yamaha, ma quel contratto firmato con incredibile anticipo è adesso un vincolo per entrambi e l’impressione è che pure il 2022 rischia di essere un anno di sofferenza e “tiriamo avanti sperando di arrivare alla fine”.

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L’ingaggio dello spagnolo è faraonico e difficilmente altri team sarebbero pronti a scommettere cifre analoghe su un ragazzo che è rimasto eterna promessa, senza compiere quel click in più che differenzia un pilota di grandissimo talento da un campione. Ducati all’inizio del 2020 sarebbe stata disposta a fare carte false per averlo, ma adesso le cose sono cambiate. Anche perché dalla Moto3 stanno emergendo talenti su cui quelli di Iwata hanno messo gli occhi e, in più, c’è un Franco Morbidelli che scalpita per vedere riconosciuti meriti conquistati sull’asfalto.

In altri tempi sarebbe stato fin troppo facile affermare che Vinales e Yamaha non sarebbero andati oltre il 2021, ma c’è un contratto che rende schiave le parti e che costringe anche Yamaha a tacere sulle dichiarazioni, velenose e fuori luogo, a cui si è lasciato andare ultimamente il pilota: “Mi devono delle risposte. Sono settimane che lamento problemi e chiedo di capire che cosa sta succedendo, ma la risposta è sempre che non lo sanno. Così non c’è rispetto”.

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Di sicuro, rispetto o no, quello che non c’è più è l’amore. Il pilota spagnolo, infatti, ha subito per anni la presenza ingombrante di Valentino Rossi, ma quando il lato che conta del box è passato in mano a lui non ha potuto far altro che stare a guardare un Fabio Quartararo, seconda guida solo sulla carta, che inanellava successi piazzandosi di prepotenza, e guidando sopra gli oggettivi problemi della M1, in vetta alla classifica generale.

Adesso Yamaha vuole Raul Fernandez e Jake Dixon per garantirsi talenti freschi e sono in molti a scommettere che la storia di Maverick Vinales nel Team Monster Energy potrebbe finire prima del tempo. Ma soluzioni all’orizzonte per lo spagnolo non ce ne sono e interessamenti, al momento, nemmeno. Una sponda, stando a quanto si dice intorno al paddock, potrebbe offrirgliela Aprilia che se non dovesse chiudere con Andrea Dovizioso si troverebbe nella possibilità di reinvestire il budget accantonato proprio per il forlivese. Ma pare che anche a Noale non tutti siano convinti e che gli obiettivi, sempre ammesso che Dovizioso rinunci al ritorno in MotoGP, sarebbero ben altri per affiancare Aleix Espargarò sulla RS-GP.

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