Voto 0. A Yamaha. Stanno davanti a tutti nel mondiale senza sapere come. In Yamaha sono anni che nessuno sa niente: vittime degli eventi nel bene e nel male. Tutti crescono, tutti portano novità e migliorano le performance dei loro prototipi andando incontro alle esigenze dei piloti. In Yamaha succede puntualmente il contrario da anni: partono come migliore moto e finiscono come peggiore. Quest'anno, probabilmente, vinceranno il mondiale grazie ad un Quartararo in stato di grazia assoluta, ma se accadrà sarà merito di Fabio mentre, se non accadrà, sarà per colpa della M1. Gli altri? Uno quattordicesimo, il vicecampione del mondo in gara diciottesimo e quello che fino a ieri era la prima guida addirittura diciannovesimo (ultimo). Nel marketing non c'è niente di più pericoloso. Per essere superiori non basta comportarsi da superiori, figuriamoci autoconvincersi di esserlo!
Voto 1. A Maverick Vinales. Ha ragione marcia ad arrabbiarsi, ma c'è modo e modo. Nel 2019 un certo Valentino Rossi lamentava gli stessi problemi e lui, Maverick Vinales, sembrava non accusarli, al punto di far passare il nove volte campione del mondo come uno che andava cercando scuse. Quel nove volte campione del mondo, però, non s'è mai permesso di sbroccare con certi toni e certi modi verso l'azienda che gli faceva finire nelle tasche un ingaggio da capogiro, mentre Vinales ha deciso di farlo e con sempre maggiore acrimonia. Solo che ha lo 0% di mondiali vinti rispetto a Valentino Rossi e, probabilmente, dovrebbe rendersi conto che non è proprio il caso di lasciarsi andare a certe sfuriate. Prima di parlare bisognerebbe dimostrare.
Voto 2. A Danilo Petrucci e Enea Bastianini. Certe scene non sono mai belle da vedere, soprattutto tra due piloti italiani che, in qualche modo, hanno molto in comune: a cominciare dal fatto di essere sempre stati un po' sottovalutati dall'ambiente. Bastianini e Petrucci sono due di quelli che devono dimostrare sempre qualcosa e quel nervosismo, proprio tra di loro, in pista, è una nota decisamente stonata. E lo è diventata ancora di più con le repliche e le controrepliche. Mandarsi a fare in culo ci sta e può succedere, ma parlarne per due giorni di fila non ha alcun senso. E, probabilmente, è anche controproducente per due che, anche se in maniera nettamente diversa, hanno entrambi il futuro in bilico visto che uno deve convincere KTM a dargli ancora fiducia e l'altro deve convincere Ducati e il Team Gresini a dargli la migliore Desmosedici possibile. Per Petrucci, poi, anche la recidiva dellulteriore polemica con Lecuona dopo lo scontro con Alex Marquez che lo ha messo fuori dai giochi in gara. La calma non è la virtù dei forti, ma dei furbi.
Voto 3. A Petronas. La smentita diffusa dopo che un giornale malese aveva riportato un virgolettato di Razlan Razali è stata più imbarazzante del virgolettato stesso. La squadra di Sepang, infatti, ha fatto sapere che le frasi del patron sono state travisate, confermandole, però, nello stesso tempo. Inutile stare a fare tanti giri e prendere in giro gli appassionati, tanto vale giocare a carte scoperte e dire una volta per tutte se intendono o no aspettare la decisione di Valentino Rossi. Altrimenti passa il messaggio che non sono liberi di scegliere e di fare quello che vogliono e questo non fa bene al motorsport, oltre a incrinare ulteriormente l'immagine di una Yamaha che sembra preoccuparsi di tutto tranne che di far andare forte le sue M1. Anche se, da un lato, potrebbe distogliere l'attenzione dal peccato capitale di cui si sono macchiati quelli di Petronas e della stessa Yamaha: non dare una moto degna a un vicecampione del mondo. Toppe peggiori dei buchi ne abbiamo?
Voto 4. A Iker Lecuona. E' diventato l'incubo delle retrovie. Delle sue manovre nei primissimi giri si lamentano tutti e, forse, farebbe bene a mettersi un attimino in discussione, anche perchè l'atteggiamento che ha scelto non sembra pagare più di tanto. Per carità, non significa che deve andare piano, ma, se dopo otto gare e con quelli più esperti che ti ripetono sempre la stessa cosa, non hai ancora capito che all'inizio è bene tenere più alta l'asticella dell'attenzione, allora forse non sei davvero pronto per la categoria. E Hervè Poncharal, che non è certo l'ultimo arrivato, l'ha capita piuttosto bene, soprattutto adesso che KTM rischia di perdere Raul Fernandez corteggiato dalla Yamaha. Per Lecuona c'è una valigia pronta, ma lui ha deciso di prendere a sportellate pure quella. Meno RedBull, più camomille!
Voto 5. A Alex Marquez. Se c'è un pilota che sembra aver sofferto più di tutti il ritorno in pista di Marc Marquez è proprio suo fratello Alex. Per lui, ne siamo consapevoli, non deve essere facile, ma i due fratelli di Cervera sono abbastanza diversi anche fisicamente e invece sembra che Alex Marquez stia facendo di tutto per distinguersi come "quello che nemmeno se lo spingi". Invece l'anno scorso ha fatto vedere che di manico ne ha e neanche poco alla sua prima stagione in MotoGP. Quest'anno l'unica vera gioia gliel'ha data il fratello maggiore, ma mica si può pensare che basti o che sia sufficiente! Lucio Cecchinello e la stessa HRC non sembrano icone di pazienza e, probabilmente, essere il fratello del fenomeno non basterà. A meno che Marc Marquez non decida di farsi un team... E daje Alex!
Voto 6. A Francesco Pecco Bagnaia. E' una media tra il 4, che è il voto che meriterebbe per come è partito e per l'atteggiamento dimesso con cui ha affrontato il Sachsenring sin dalle dichiarazioni del pre GP, e l'8 che, invece, ha meritato per la seconda metà di gara. Ha avuto il passo dei migliori e partire più avanti e meglio avrebbe significato, per lui, giocarsi il podio e ribadire al mondo di essere ancora in piena lotta per il mondiale. La Desmosedici vuole essere trattata male e lui dovrebbe farlo. Tranquillo Pecco: è consensiente!
Voto 7. A Valentino Rossi. Il quattordicesimo posto non è entusiasmante, ma se si considera che è arrivato in un fine settimana in cui le premesse erano terribili e alla fine di un GP in cui la Yamaha ufficiale di Vinales ha chiuso ultima e quella di Franco Morbidelli penultima non è affatto un risultato da buttare. Il sette, però, è per la pazienza e la gara non c'entra niente. Sentirsi continuamente chiedere cosa ha deciso nonostante predica da mesi che non deciderà prima della sosta estiva è estenuante e avere la forza di non prendere tutto quello che hai lì davanti e tirarlo a chi chiede sempre la stessa cosa - come fece Alberto Tomba con la famosa coppa - non è da tutti. Sperando, però, che non sia la prova che è vecchio e stanco e che, come si dice proprio nelle sue Marche, "non glie ne va più manco de sta a discorre" (non ha più voglia nemmeno di discutere). Assen sia con te!
Voto 8. All'Aprilia. Mamma mia che goduria vederne partire una dalla prima fila! Null'altro da aggiungere, se non un pilota per la prossima stagione, vostro onore! Belli, belli, belli
Voto 9. A Marc Marquez. Sarebbe stato un dieci e lode, perchè chiunque ama davvero questo sport ha goduto come un riccio, pur non tifandolo, nel vederlo nuovamente lassù. Meglio di un campione che vince c'è solo un campione che rinasce e lui, pur nella consapevolezza che il Sachsenring non c'è tutte le domeniche, è tornato dove ci si aspetta divederlo sempre. Lo sapeva fin dall'inizio della settimana e il mancato dieci e lode è proprio per questo: ci ha fatto mancare l'effetto sorpresa. Ha messo le mani avanti nelle dichiarazioni, ma lo ha fatto in una maniera tale da rendere evidente a tutti che almeno un podio se lo aspettava pure lui. E' come se per nascondersi avesse scelto di andare dietro a un vetro trasparente. Ma niente da dire: grandissimo e basta!
Voto 10. Alla Ducati. Il Sachsenring doveva essere la pista in cui contenere i danni, visto che lì si sta sempre in piega e la Desmosedici è famosa per avere qualche problemino in curva. Invece hanno preso la pole con Zarco e hanno piazzato i due piloti del team factory nelle posizioni che contano, pur con il rammarico di qualche demerito dei piloti stessi (altrimenti sarebbe andata pure meglio). Il tutto mentre il mondiale della MotoGP del prossimo anno comincia a prendere le sembianze di un monomarca, visto che hanno praticamente cannibalizzato tutte le trattative possibili per le varie squadre satellite. Hanno pure aggiustato una questione spinosa come quella relativa ai piloti da piazzare nel 2022 senza scontentare nessuno e arrivando persino a permettersi di mettere alle spalle il passato non chiudendo le porte alla suggestione di un eventuale (quanto incredibile e, al momento, pure fantascientifico) ritorno di Valentino Rossi. Cannibali su tutti i fronti!
10 e lode. A Fabio Quartararo. Che gli vuoi dire a Fabio Quartararo? Gliene sono successe di tutti i colori in questa stagione, eppure sta lì, nonostante una moto che sembra regredire piuttosto che progredire. Chi sostiene che al Sachsenring si sia limitato a fare il suo dovrebbe andare a rivedersi la classifica per notare che le altre tre M1 in pista hanno chiuso in quattordicesima, diciottesima e diciannovesima posizione per capire che a volte un terzo posto vale come un primo con venti secondi di distacco. Soprattutto quando i due che ti arrivano davanti non sono (almeno per il momento) tuoi diretti concorrenti per la lotta al titolo (anche se Oliveira è tutt'altro che fuori dai giochi). Il francese del team Monster Energy probabilmente non è un mostro di simpatia, ma la simpatia non serve per andare forte e lui sta dando davvero del gran gas. L'unico rivale, per ora, è la sua stessa moto!