“In Yamaha dovrebbero assecondare le richieste di Valentino Rossi!” – Lo ha detto Giacomo Agostini, ai microfoni di Radio24, ospite della trasmissione “Tutti convocati”. Non è certamente il primo tifoso del 46, ma è uno che ha vinto 15 campionati del mondo, non parla, quindi, accecato dall’appartenenza e nemmeno da sprovveduto. Certo, i tempi sono cambiati, ma Giacomo Agostini è sempre rimasto nel circus e le dinamiche le conosce anche se le corse non sono più quelle di quando vinceva lui. E in Yamaha, adesso, a qualcuno verrà da grattarsi i capelli. Perché quando 24 titoli mondiali (quelli di Ago più quelli di Vale) parlano in coro qualche domanda bisogna farsela, altrimenti a rimetterci rischia di essere il mercato. "Ho corso anche io con la Yamaha – ha proseguito Ago - e normalmente mi facevano tutto quello che volevo. Sono cambiati tempi e ingegneri, ma nell'assetto decidono i piloti, non capisco perché non abbiano ascoltato Valentino Rossi". Chiaro, netto, quasi lapidario, nonostante Agostini sia uno che verso Rossi negli ultimi anni ha anche speso parole critiche e c’ha spartito poco più che un giro sull’Isola di Man (video) e altri eventi promozionali Yamaha. Dichiarazioni, quelle di Ago, che arrivano dopo il podio messo nel sacco al GP di Andalusia da Valentino Rossi e dopo le dichiarazioni dello stesso Valentino sulla “guerra” che ha dovuto combattere con i tecnici Yamaha per avere le modifiche richieste.
Modifiche che, appunto, hanno riguardato e riguardano il setting, quindi non la sostanza della moto, come ha specificato (dandosi la zappa sui piedi?) anche Lin Jarvis: “Lui ha spinto e alla fine abbiamo visto i risultati – ha dovuto ammettere il managing director di Yamaha Motor Racing - Non è sempre facile in queste cose perché i giapponesi hanno tanti dati”. Lo stesso Jarvis ha poi aggiustato il tiro: “Noi abbiamo 4 piloti e tutti hanno più o meno lo stesso setting, ma Vale ha sempre avuto problemi con le gomme. Dopo l’ultimo weekend, settimana scorsa, quando lui ha fatto un risultato non buono ha pensato di dover cambiare qualcosa. Lui ha spinto all’interno del nostro box per cambiare set-up, ha voluto usare un set-up che avevamo usato in passato. Le gomme sono cambiate e anche la moto, ma lui ha spinto per questa soluzione. Quando ci sono altri che vanno forte e c’è uno che vuole cambiare c’è una sorta di contro-lavoro da fare”. Un lavoro che, evidentemente, andava in controtendenza rispetto ai responsi dell’analisi dei dati condotta dagli ingegneri di Ywata. “Gli ingegneri giapponesi – ha confermato Jarvis - hanno molti dati che dicevano altro. Non è un problema di nazionalità, sono gli ingegneri in generale che sono fatti così: vogliono seguire la loro strada. Ma è importante seguire e sentire anche il pilota”. Parole che hanno il sapore del “mea culpa”, con Jarvis che ora dovrà caricarsi sulle spalle una tensione che è oggettiva, certamente non irreversibile o estrema, ma ormai sotto gli occhi di tutti. E pure sulla bocca di tutti, compreso Giacomo Agostini.
Il rischio, per la casa di Iwata, è quello di subire un contraccolpo mediatico pericoloso, perché è vero che Fabio Quartararo vince e Maverick Vinales è lì a giocarsela, ma quando uno come Valentino Rossi parla non è senza conseguenze. E se alle parole di uno come il 46 fanno eco quelle di uno come Giacomo Agostini, allora la faccenda si fa seria. Anche perché, oggettivamente e al netto dell’affetto per un campione che a 41 anni è ancora lì a tirare le staccate ai ragazzini, non si capisce quale possa essere il problema ad assecondare le richieste di Rossi. Non si tratta, infatti, di ottenere modifiche che andrebbero ad influire sulle prestazioni degli altri piloti Yamaha, ma di lavoro da fare solo sulla M1 del nove volte campione del mondo e che non andrebbe quindi a incidere sulle performance di Vinales, Quartararo e Morbidelli. Oppure c’è dell’altro che non vogliono farci sapere?