È un Valentino particolarmente soddisfatto e tutt’altro che “abbottonato”, quello che si è presentato ai microfoni di Sky nel dopo gara di questo Gran Premio di Andalusia, che l’ha visto sul terzo gradino del podio, dopo Maverick Vinales e Fabio Quartararo. Un Valentino che ha spiegato in maniera dettagliata quali siano le ragioni che hanno portato il suo team, soltanto nel corso di questo week-end, ad effettuare quella modifica al retrotreno che sembra abbia influito così positivamente sul comportamento della sua moto, e un Valentino che si è lasciato sfuggire una conferma: l’anno prossimo correrà ancora, in sella a una Yamaha.
In molti, infatti, nelle scorse ore si erano domandati perché l’abbassamento del pivot di cui si è tanto parlato, nel corso di questo week-end, sia stato provato soltanto ora, vista la banalità di questo intervento e visto che il problema della mancanza di grip al posteriore è ormai congenito su questa moto, da ben più di una stagione.
“Sono anche questioni politiche” ha detto Valentino Rossi, spiegando inoltre che è così difficile convincere Yamaha ad effettuare queste modifiche “perché loro hanno Vinales e Quartaro che vanno fortissimo e io c’ho 41 anni e mi dicono: impara a guidare questa moto”. Il posizionamento più in alto del pivot sarebbe stato scelto e imposto a tutti i piloti dai tecnici Yamaha per preservare il consumo della gomma posteriore: “Abbiamo dovuto spingere molto con la Yamaha, assieme a David, assieme al mio team, per cambiare il setting, perché la moto che ho usato fino a domenica scorsa non era la mia. E io non mi trovavo bene perché la moto (con il setting standard, ndr) sta in una posizione in curva che a me non piace e questa cosa è fatta, diciamo, per salvare la gomma. Ma io la gomma non la salvo. Andavo solo più piano e comunque finivo le gomme".
Giusto pretendere più sostegno da Yamaha, quindi? "Io quando scendo dalla moto sono un pilota molto preciso, do delle indicazioni buone, sento quello che succede. E però abbiamo dovuto lottare per fare quello che volevamo. Se avessimo mollato sarebbe stato un altro week-end del c... come quello della settimana scorsa e magari eravamo qui vogliosi di andare al mare, quindi è un attimo cambiare” ha proseguito, il pesarese, che quando gli è stato chiesto se a questo punto Yamaha non debba assecondare le sue richieste anche in merito ad altri aspetti della moto ha chiosato: “Assolutamente sì. Visto che ci sono mi devono aiutare e visto che ci sarò anche l’anno prossimo…”.
Insomma, l’impressione è quella di un Valentino che sentendosi in parte scaricato dalla “sua” Yamaha, si senta ormai altrettanto libero di dire davvero tutto quello che pensa, senza fare mistero di dinamiche che, un tempo, forse sarebbero rimaste confinate all’interno del box.
"Devo ringraziare Uccio, il mio team, Carlo, Albi, i miei genitori, la mia fidanzata, perché mi hanno aiutato a non mollare e comunque mi sono fatto trovare pronto. Mi sono allenato molto con gli altri ragazzi dell'Accademy e quindi quando la moto si è cominciata a far guidare come per il mio stile ero pronto", ha proseguito Rossi, in merito alla sua condizione fisica.
Cosa dobbiamo aspettarci, quindi, per il resto della stagione? “Ho ritrovato delle sensazioni buone nella guida. E sorpattutto fare podio qui a Jerez, dove è dal 2016, quando ho vinto, che sono sempre andato piano, anche con 20 gradi in meno, averlo fatto oggi è buono per il futuro, quindi spero di essere competitivo anche a Brno".
Un’ultima battuta, infine, sui ragazzi dell’Academy, oggi protagonisti di grandi performance e di scene divertenti (e anche un po’ pericolose) al termine delle rispettive gare: “Devono stare attenti a non farsi male dopo il traguardo”.