L’oro nel salto in alto (a pari merito con l’amico-avversario Mutaz Essa Barshim) di Gianmarco Tamberi conquistato alle Olimpiadi di Tokyo rimarrà nella storia: "Non lo chiamerei exploit ma notte magica, perché tornare a saltare a quel livello dopo aver subito un infortunio gravissimo è stato incredibile. Se mi sveglio di notte e ci penso, praticamente non mi riaddormento più”, racconta lui stesso intervistato da La Gazzetta.
Tamberi è anche un grande appassionato di basket e motori: "È vero, sono appassionato di motori in generale e di automobili in particolare. E come per la pallacanestro dove preferisco giocare che seguire le partite in televisione, non sono un fanatico delle gare dal divano ma adoro guidare, ovunque e a lungo. Anche in vacanza, se c’è da girare in auto, guai a portarmi via il volante". Sul modello del cuore non ha dubbi: "Ho sempre inseguito la Bmw M4 e ora finalmente la posso guidare. È elegante, sportiva, potente. Mi piace proprio."
L’atleta inoltre ha un modo tutto suo di vivere i viaggi in macchina: "In più dimensioni. Mi piace molto ascoltare buona musica, ma è anche l’occasione per chiamare amici che non senti mai e parlare di tutto. Se sono solo, diventa pure un momento di riflessione, visto che le mie giornate sono sempre abbastanza incasinate tra palestra e allenamenti".
Parlando sempre di motori, Tamberi è marchigiano come un altro grande campione di cui ha profonda stima: "Premessa: per me non è un idolo ma un’icona, che è un concetto diverso in quanto ispira gli altri. Vale lo stesso nel basket dove considero icona Tracy McGrady. Valentino è stato straordinario nel modo di vivere lo sport della moto per 25 anni, sempre se stesso e senza piegarsi a nulla. Mi sono commosso a seguire l’ultima gara, perché ha chiuso un’epoca dello sport al di là di quanto abbia vinto".
Durante l’intervista l'atleta si trovava sulla pista di Lainate per un evento con la maratoneta Valeria Straneo in qualità di ambassador di Bridgestone. Gianmarco, infatti, ha preso parte alla campagna "Insegui il tuo sogno e non fermarti mai" che vede protagonisti 70 atleti di 20 Paesi diversi: "È un rapporto nato nel 2017, nel momento più brutto della mia carriera quando era difficile legarsi a un atleta che aveva perso le Olimpiadi per un infortunio. Mi hanno sostenuto, credendo in me. Sono cose importanti, non si dimenticano".
E sulle somiglianze tra il mondo dell’atletica e quello dei motori dice: "Penso che la concentrazione assoluta di chi li pratica sia la stessa. I piloti della F1 o della MotoGP lottano per il primato a velocità pazzesche, non possono distrarsi un attimo. Proprio come quando sono in pedana: nel momento in cui inizio la rincorsa, vivo come in una bolla e non sento niente sino a quando atterro sul tappeto. Invidio a volte i maratoneti o i marciatori che riescono a dare una minima occhiata ai lati della strada dove gareggiano". Tamberi non ha poi nascosto un desiderio particolare: guidare una F1 o una Moto GP! "Senza fare danni magari".
A proposito di velocità, l'italiano è risultato tra i saltatori più veloci: "Hanno misurato che prima di iniziare la curva per il salto raggiungo i 9 metri al secondo. Non male, sono più di 30 km/h anche se per pochi metri sia chiaro". Per finire il campione ha commentato la prestazione del suo amico e compagno di squadra Marc Jacobs che a Tokyo ha toccato in accelerazione 43 km/h: "Quando Marc spinge nei 100 metri bisogna prendere un motorino per stargli dietro".