La MotoGP è estremizzazione. Anche quando ci sono regole da interpretare e è esattamente il principio che hanno seguito in Ducati, portando in pista per i test invernali una Desmosedici che sfrutta il così detto holeshot anche sull’anteriore. La moto, sostanzialmente, si abbassa prima della curva e resta stabile in quella posizione fino all’uscita, permettendo maggiore stabilità e anche un lieve anticipo sulla riapertura del gas. Niente di automatico, visto che è vietato, ma verosimilmente un sistema di leve partorito dalla mente geniale e visionaria di Gigi Dall’Igna. Solo che, come spesso è accaduto nella storia di Ducati, nessuno gli ha detto “bravi”. Anzi: tutti a protestare.
E, ci sia concesso di sottolinearlo, questa volta la protesta è stata pure poco gradevole da osservare, perché sempre celata dietro a “dico e non dico”, allusioni e frasette buttate là. L’unico che ha avuto il coraggio di dire quello che pensa e senza girarci troppo intorno è stato l’ex Francesco Guidotti, oggi al timone della squadra ufficiale di KTM, che ha espresso un giudizio netto, riferendo anche, però, di non essere pienamente convinto sull’opportunità di avanzare un qualche reclamo. Perché, e questo è assolutamente chiaro a tutti, il nuovo dispositivo presentato da Ducati non è fuori dalle regole; eventualmente è in una zona delle regole dove non c’è un espresso divieto e nemmeno un’altrettanto espressa autorizzazione.
Insomma, in Ducati hanno pensato diverso e, senza entrare nel merito, è un approccio che comunque paga. E che magari gli altri dovrebbero copiare, perché altrimenti non si fa futuro, ma si torna indietro. Mentre chi fa le regole, contestualmente, dovrebbe provvedere a trovare la massima chiarezza possibile per evitare pieghe dentro a cui ci sarà sempre chi andrà ad infilarsi. E è, sostanzialmente, anche ciò che Paolo Ciabatti ha suggerito a tutti. Perché, mentre la Desmosedici si abbassa, è statala voce del manager di Borgo Panigale a doversi alzare: “Hanno definito l’abbassatore un po’ al limite, ma mi sembra che si ripeta sempre la stessa storia, come per le ali e il cucchiaio – ha detto in una intervista di Sky Sport – Ducati innova rimanendo dentro il regolamento, credo che non ci sia nient’altro da aggiungere. Una eventuale battaglia legale sulla sua correttezza dipenderà dagli altri costruttori. Ovviamente non siamo molto contenti di questa situazione. Noi abbiamo sviluppato dei sistemi che hanno richiesto tempo e investimento da parte dell’azienda: sentire che questi vengano messi in discussione ci dispiace“.