Il Comitato Olimpico Internazionale avrebbe dichiarato la volontà di realizzare gli Olympic Esports Games in Giappone nel 2026. La conferma arriva direttamente dall'oriente. Alcune testate giornalistiche giapponesi hanno confermato il contatto nei giorni scorsi tra il Cio e i funzionari nipponici per concretizzare l’evento. Il tutto si è sviluppato dopo le proposte condivise ufficialmente lo scorso 14 ottobre 2023 dal presidente dell’International Olympic Committee Thomas Bach. Dal palco della cerimonia di apertura della 141esima sessione del Cio a Mumbai, in India, lo stesso dirigente aveva annunciato l'intenzione di creare i Giochi olimpici degli Esport. Sempre in quella occasione il presidente aveva giustificato l’intenzione sostenendo che ci sono 3 miliardi di persone che praticano videogiochi (Esport o altri giochi) in tutto il mondo, stime che per lo specifico settore Esport arrivano a oltre 500 milioni di persone, la maggioranza delle quali sotto i 34 anni. Quest’ultimo settore va dagli sport virtuali alle simulazioni sportive, che sia la volta buona in cui avremo un evento olimpico ufficiale che consegni medaglie d’oro ai più veloci su simulatori di F1 e di MotoGP?
A poche ore dalla fine del 2023, il Cio avrebbe quindi condiviso la volontà di organizzare un evento olimpico sugli Esports. Lo stesso Giappone si è dichiarato favorevole ad ospitare tale manifestazione, soprattutto per recuperare la credibilità internazionale dopo il ritiro di Sapporo dalla candidatura per le Olimpiadi invernali del 2030. Una manifestazione a medaglia in un paese che in realtà non ha ancora promosso a pieno regime la diffusione delle discipline elettroniche. In quest’ottica, l’Italia è sicuramente più avanti come interesse generale ma entrambe le nazioni sono molto indietro rispetto a realtà come la Corea del Sud, il Brasile o le nazioni del nord d’Europa. La differenza principale sta nel fatto che i giapponesi sono stati i primi a riconoscere il potenziale di questo settore dell’intrattenimento. Proprio a Tokyo già nel 1974 la iconica Sega, compagnia produttrice di console e videogiochi, aveva organizzato un primo torneo di giochi arcade. Ma gli Esports sono riconosciuti come una disciplina sportiva ufficiale? Mentre in tante nazioni se ne discute ancora, altre stanno aggiornando il quadro normativo. In questo scenario globale, il Comitato Olimpico Internazionale ha già aperto le porte a nuovi orizzonti. Lo ha fatto già a Losanna a fine 2017 quando durante i lavori del vertice, è stato riconosciuto il fatto che i videogiocatori professionisti si allenano e offrono prestazioni paragonabili agli atleti degli sport tradizionali. L'unica criticità che si era diffusa e che ancora oggi è fonte di dibattito, è quella sui titoli a cui si potrà competere, gli stessi dovranno rispettare i valori olimpici. “A Singapore abbiamo avuto la prova che il nostro approccio olistico funziona. Abbiamo riunito con successo la comunità Olimpica e quella degli Esport”, queste le parole di Bach dello scorso ottobre, ricordando i momenti clou dell'Olympic Esports Week.
A Singapore ci sono state emozionanti finali dal vivo, create in collaborazione con le federazioni internazionali (IF) e gli editori. Oltre 130 videogiocatori provenienti da tutto il mondo hanno gareggiato insieme sulla scena globale in 10 eventi di categorie di genere misto generando più di 6 milioni di visualizzazioni di azioni dal vivo su tutti i canali di comunicazione, con il 75% di visualizzazioni da parte di persone di età compresa tra i 13 e i 34 anni. E dopo aver concluso l'intervento con la frase: “Come in ogni sport, dopo l'inizio promettente, la vera sfida è ancora davanti”, negli ultimi giorni ha aperto un nuovo capitolo del percorso intrapreso per creare gli Olympic Esport Games. Un percorso che attraverserà la Coppa del Mondo in Arabia Saudita della prossima estate e i Giochi asiatici del 2026. Due tappe prestigiose e di caratura internazionale che imposteranno con molta probabilità il format di un primo e vero evento olimpico degli Esports.